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Tutti i vantaggi della bici

I tanti vantaggi della bicicletta

Sono infiniti i vantaggi che offre la bicicletta rispetto all’utilizzo dell’automobile. A partire – strano ma vero – da quello relativo alla velocità. La bici è il mezzo slow per eccellenza? Niente affatto, o almeno non è così nella congestione del traffico urbano. Il percorso medio giornaliero compiuto per spostarsi in una città italiana, infatti, va dai 3 ai 5 chilometri. Per la precisione, il 30% dei tragitti compiuti quotidianamente in automobile è più corto di 3 km, mentre il 50% è inferiore a 5 (da uno studio di Legambiente di quest’anno). Insomma, tragitti che possono davvero far diventare competitiva la due ruote, se si considera che la velocità media in auto nelle grandi città oscilla tra i 20 e i 24 km orari, quella dei mezzi pubblici tra i 10 e i 15 chilometri orari, mentre la bicicletta – che non consuma, che ci induce a un sano esercizio fisico, che non ci fa spendere in parcheggi e pedaggi o ticket – può comodamente raggiungere la velocità di 15 chilometri orari di media.

Del resto sono proprio questi i motivi per cui i ciclisti urbani scelgono la bici: secondo un sondaggio realizzato da Isfort nel 2007, tra le principali motivazioni dei ciclisti urbani c’è la possibilità di evitare traffico e code (29%), di fare esercizio fisico senza sobbarcarsi il costo della palestra (29%), di risparmiare carburante e altre spese connesse all’auto (11%), di ridurre l’inquinamento. Tuttavia, il nostro paese ha uno dei più alti indici di motorizzazione al mondo, mentre a New York più della metà delle famiglie non possiede un’auto (il dato è ancora più alto a Manhattan, oltre il 75%) e gli spostamenti a piedi e in bicicletta raggiungono il 21% di tutti gli spostamenti all’interno della città. In Italia, invece – secondo uno studio dell’Isfort – gli spostamenti effettuati con la bici in Italia sono meno del 4% del totale.

Viene dunque da chiedersi: perché, se la bici è tanto vantaggiosa, sono così pochi gli italiani che la usano? Il 23% degli italiani lo farebbe a patto di poter disporre – si legge nello studio di Legambiente – di una vera rete di percorsi ciclabili che attraversa le città; il 15,6% se ci fosse meno traffico e quindi più sicurezza; un 13% se avesse distanze più brevi da percorrere. Questo sondaggio ci rivela dunque che basterebbe rendere migliore l’apparato di piste ciclabili delle città italiane. Ma che significa migliore? Anzitutto meno frammentata. Chiunque vada in bicicletta sa che è inutile e pericoloso percorrere una pista ciclabile che si interrompe qua e là, ributta improvvisamente nel traffico il malcapitato – magari in corrispondenza dei tratti più difficili come rotonde, cavalcavia, sottopassi ecc – e lo costringe a slalom tra pedoni, auto e mezzi pubblici. Purtroppo nelle grandi città è questa la normalità. Perciò c’è da chiedersi non solo quante ciclabili siano state realizzate, ma se queste ciclabili siano collegate tra loro, ben separate dal resto del traffico, segnalate e sicure. Prova ne sia che nonostante l’aumento dell’estensione delle piste ciclabili urbane italiane sia triplicata – da 1.000 a 3.227 chilometri tra il 2000 e oggi – la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta sul totale è rimasta identica: 3,8%.

"Per essere un mezzo di trasporto a tutti gli effetti – si legge nel rapporto di Legambiente – la bicicletta deve potersi spostare da un qualsiasi punto X a un qualsiasi punto Y di una città. Percorrendo esclusivamente le ciclabili questa possibilità è negata".  

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