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Studiare, la roulette delle rette: da 400 a 2000 euro

Quanto costa studiare
Da 400 a 200 euro, la roulette delle rette

Anche il reddito può essere un fattore di esclusione dall’Università, molto più di quanto non accadesse in passato. Nel corso del 2009/2010, infatti, ogni studente ha dovuto sborsare qualcosa come 68 euro in più dell’anno precedente. Lo ha certificato lo stesso ministero dell’Istruzione.
Già, ma quanto costa, complessivamente mandare un figlio in un’università italiana? Secondo uno studio di Federconsumatori sul 2010 le tasse universitarie annuali si aggirano intorno ai 1000 euro, con picchi che variano dai 400 agli oltre 2.000 a seconda della regione e delle amministrative della struttura. Mentre a Napoli studiare all’Orientale può costare da un minimo di 440 euro a un massimo di 910 – a seconda della fascia di reddito – al Politecnico di Milano si pagano anche 1.700 euro. Sempre secondo Federconsumatori, gli atenei del Nord sono quelli più cari: del 13,1% rispetto alla media nazionale in prima fascia, e addirittura del 31,9% in ultima. Sono gli atenei del sud, in generale, ad applicare tasse più basse, con una eccezione: l’Alma Mater di Bologna che considera come fascia base quella che arriva a 20mila euro di Isee, soglia al di sotto della quale gli studenti pagano il 55% in meno rispetto alle media nazionale. Al contrario – nella stessa regione – l’Università più cara, sempre in prima fascia, è quella di Parma, con una retta di 865 euro per le facoltà scientifiche e di 740 per le umanistiche. Tra l’altro le nostre università sono tra le più care d’Europa. In Svezia sono gratuite – e sono al top del vecchio continente – mentre in Francia, alla Sorbona, non si superano i 500 euro. Alla Freit Università di Berlino non si va oltre i 200 euro di retta.
Scegliere di cambiare città, poi, può far lievitare i costi di quasi 7.000 euro l’anno. Un caso piuttosto frequente visto che i fuorisede, in Italia (dati Istat) sono circa il 20,5% del totale.
Anche secondo Adiconsum, nel caso di un fuorisede si possono spendere fino a 7.000 euro l’anno (nell’ipotesi più economica). La spesa maggiore è quella dell’alloggio, che in alcune città, arriva a costi proibitivi: per un posto letto si pagano 250 euro al mese, che possono raddoppiare nel caso di una stanza singola. Secondo Federconsumatori, dividendo l’Italia in macroregioni si scopre che è il centro ad avere le spese per la casa più alte, pari a 5.544 euro annui per una stanza singola e 4.194 per la condivisa.
Poi ci sono i libri di testo. Anche qui grosse differenze tra facoltà scientifiche e umanistiche, dove si spende una media di 454 euro annui. Per le scientifiche si spende circa il 17% in più, sempre secondo le stime Federconsumatori.    

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