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Storia di un cooperatore

Storia di un cooperatore
Ricordo di Emilio Toffolo

In anni difficili ha saputo governare le contrapposizioni ideologiche aprendo la Cooperativa al dialogo con le parti sociali, con il territorio, con la scuola

Il  lungo cammino della cooperazione è fatto da persone che hanno saputo coniugare lo spirito imprenditoriale con un ideale di partecipazione, di giustizia sociale e di solidarietà non comuni. Persone come Emilio Toffolo.
La sua storia è legata alla Cooperativa Borgomeduna di Pordenone, fondata nel 1922 e sopravvissuta al fascismo, un punto di riferimento vitale per molte famiglie nel dopo la guerra.
Toffolo ha vissuto in giovane età il trauma della prigionia, della distruzione e della fame. Per questo ha partecipato alla ricostruzione del dopo guerra con l’impegno di chi crede profondamente nei valori di resistenza, antifascismo, pace, giustizia sociale e solidarietà. Per rispondere con fatti concreti ai bisogni fondamentali delle persone ha assunto l’impegno attivo e la responsabilità, prima come amministratore e poi come presidente, della Cooperativa di consumo di Borgomeduna.
 Il suo contributo è stato fondamentale, poiché negli anni '60 ha saputo riconoscere i tempi maturi e i cambiamenti che le nuove dimensioni dell’impresa richiedevano. In anni complicati ha saputo governare le contrapposizioni ideologiche aprendo la Cooperativa al dialogo con le parti sociali, con il territorio e con il mondo della scuola, tanto che, nel consiglio di amministrazione della Cooperativa, ha coinvolto una vasta rappresentanza di istanze sociali: lavoratori, insegnanti, professionisti, artigiani, piccoli imprenditori. Ha saputo mettere attorno a un tavolo figure di differenti correnti politiche, impresa non facile in quegli anni.
La sua è stata una visione complessa e responsabile del modo di far cooperativa come lavoro intenso, paziente e costruttivo di coscienza sociale. Il suo impegno ha fatto scuola e ha creato le basi per una solida realtà cooperativa sia socialmente che economicamente.  
La sua  disponibilità totale e disinteressata, fino all’ultimo, finalizzata a indirizzare la cooperazione e la società verso gli ideali che lui stesso ha sempre perseguito, resta un esempio e un dono. Di tutto questo i cooperatori gli sono riconoscenti.

Franco Verziagi e Roberto Sgavetta

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