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“Sempre in campo contro la crisi”


“Sempre in campo

contro la crisi”


 

Intervista a Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia. “Positiva la chiusura dei bilanci 2009. Ma, dopo la crisi greca e con la manovra del Governo, la situazione economica propone un ulteriore aggravamento per le famiglie. Coop pronta a mettere in campo misure straordinarie sul piano della convenienza. Ma servono anche misure pubbliche di sostegno ai consumi e un rilancio delle liberalizzazioni”

 

Da un lato la soddisfazione per la chiusura di bilanci 2009 più che positivi da parte dell’intero sistema Coop e per aver saputo dare risposte concrete e positive ai bisogni di milioni di soci e consumatori, ma dall’altra una preoccupazione crescente per una crisi economica che, lungi dall’essersi esaurita (come qualche azzardato profeta voleva invece far credere), sta ora vivendo una nuova fase, con un ulteriore forte impatto sulle famiglie, sull’occupazione e sul sistema di welfare. È tra questi due estremi che viaggiano le considerazioni di Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, la struttura commerciale e di marketing al servizio delle cooperative che raccolgono in Italia ormai 7,2 milioni di soci.

 


Ma la crisi è ancora lunga

“Nel luglio del 2009, proprio mentre tanti dicevano che il peggio della crisi era alle spalle e che si trattava solo di aspettare un lento ritorno alla normalità, per primo lanciai l’allarme per dire che, il nostro osservatorio, cioè quello di una grande catena che vive ogni giorno in mezzo alla gente, dal Trentino alla Sicilia, ci diceva che invece la crisi stava arrivando, che le famiglie stavano entrando in sofferenza. Ebbene i fatti ci hanno dato ragione. L’aumento della disoccupazione, le difficoltà del sistema di welfare, hanno avuto un impatto sui consumi e sul livello di fiducia del sistema paese. Del resto il governatore di Bankitalia Draghi lo ha confermato nella sua recente relazione annuale: il potere d’acquisto delle famiglie è calato del 3,4% e i consumi sono diminuiti del 2,5%. La disoccupazione è al 9%, nel 2009 sono fallite oltre 10.000 imprese produttive e la produttività del paese è calata di 20 punti sul 2008.

E, in questo scenario, tra crisi greca e timori sul futuro dell’euro, la manovra varata dal governo che è in discussione in queste settimane, rischia di produrre un ulteriore effetto depressivo. Decisamente c’è di che essere preoccupati. L’ultima rilevazione del nostro Barometro, l’indagine che raccoglie ogni tre mesi gli umori dei nostri clienti e soci, assieme ai dati delle vendite dalla seconda metà di maggio in poi, evidenziano un peggioramento evidente del clima complessivo, la fiducia torna a calare, specie al sud e nel nord-est. Occorre costruire risposte a questo stato di cose. Come Coop, siamo abituati a rimboccarci le maniche. A fare, prima di chiedere. E così sarà anche questa volta, per far sentire ai soci e ai consumatori che siamo dalla loro parte.

Dunque se come temiamo sarà necessario, nella seconda metà dell’anno, metteremo in campo azioni straordinarie sul fronte della convenienza, in aggiunta a ciò che già facciamo. Il clima di fiducia si costruisce partendo dalla responsabilità di tutti, dalle imprese al governo”.

 


Coop, bilanci 2009 positivi

Ma Tassinari, subito dopo, non rinuncia a sottolineare i risultati di bilancio del 2009. Risultati che, ovviamente, risaltano ancor di più se si considera il difficilissimo anno vissuto dall’economia mondiale e nazionale. “Abbiamo raggiunto i 12,9 miliardi di vendite, abbiamo migliorato la nostra quota di mercato arrivando al 18%, sono aumentati i soci e siamo arrivati a 59 mila dipendenti continuando lo sviluppo della rete specie nelle regioni del sud, dalla Sicilia alla Puglia. Pochi possono dire altrettanto. La redditività complessiva delle cooperative è buona dopo l’autentico tsunami del 2008. Sono risultati che sarebbe sbagliato considerare scontati. Li abbiamo raggiunti perchè abbiamo fatto scelte coerenti e conseguenti al nostro Dna cooperativo, mettendo al primo posto il tema della convenienza e della tutela del potere d’acquisto. Cito un dato per tutti: nel 2009 l’inflazione Istat è stata dell’1,8%, quella Coop dello 0,3%. Dunque c’è un differenziale dell’1,5% che abbiamo lasciato nelle tasche dei nostri soci e clienti”.

 


Coop, la convenienza prima di tutto

E sulla strada della convenienza Coop sta continuando e continuerà a operare anche per tutto il 2010. “Il concetto su cui lavoriamo è quello della convenienza selettiva – spiega il presidente di Coop Italia – stiamo proponendo sconti a rotazione su un paniere di 1.000 prodotti basici. Di quelli che entrano ogni giorno nelle nostre case. In questo contesto è cresciuto prepotentemente il ruolo e la funzione del prodotto a marchio Coop. Sulle nostre vendite complessive ormai rappresenta il 23,4%, mentre nel solo settore food è un 25,4%. Siamo a un fatturato di 3 miliardi, con un più 6,9% sull’anno precedente. Il prodotto a marchio si conferma come una risposta positiva che combina al meglio la convenienza con la qualità e le garanzie di controlli e salubrità cui il consumatore non è assolutamente disposto a rinunciare”.

 

Il Governo sostenga i consumi

Ritornando allo scenario economico più generale, Coop, pur ribadendo di esser pronta a fare la propria parte continuando a stare dalla parte dei consumatori, non rinuncia a proporre anche alcuni temi su cui auspica che il governo e la politica pongano un’attenzione particolare, come condizioni per affrontare con maggiori possibilità di successo la crisi.

“Da tutto quello che abbiamo visto – prosegue Tassinari – è evidente che non ci si può non porre un tema di rilancio dei consumi. Sin qui il governo ha scelto di intervenire con contributi solo su alcuni segmenti specifici di mercato, ma guardando ad altri paesi si vede come, se si considerano davvero i consumi interni come una leva fondamentale per rilanciare l’economia, servono manovre di ben altra portata. Il presidente Obama negli Usa ha messo sul piatto 100 miliardi, in Gran Bretagna l’Iva è stata ridotta del 2%. Certo ci deve essere compatibilità con i conti pubblici, ma senza crescita il paese non si risana. E, lo ripeto, i dati delle ultime settimane sono preoccupanti, i timori aumentano e la fiducia cala”.

 

Rilanciare le liberalizzazioni

Il secondo capitolo su cui il mondo Coop chiede sia posta attenzione è quello delle liberalizzazioni: “Diversi studi, tra cui uno di Bankitalia, dicono che un autentico piano di liberalizzazioni significherebbe recuperare 23 miliardi di euro, quasi il valore dell’ultima manovra.

Su questo capitolo c’è ancora troppa timidezza, ci sono aperture, come non mancano tentativi di tornare indietro rispetto a quanto stabilito dai decreti Bersani. Noi diciamo che occorre aprire alla concorrenza i grandi settori come energia, carburanti, banche. Come Coop abbiamo dimostrato che, se davvero si aprono spazi, siamo pronti a investire, a raccogliere la sfida.

L’esperienza dei farmaci conferma in pieno quello che sto dicendo: abbiamo aperto 95 corner salute in Italia, abbiamo dato lavoro a 300 giovani farmacisti e, soprattutto, abbiamo praticato prezzi inferiori del 29% rispetto a quelli delle normali farmacie. Questo significa che 13 milioni di euro sono rimasti nelle tasche dei consumatori.

 


CoopVoce a quota 500 mila

La liberalizzazione cioè, che pure in questo caso riguarda un campo ben limitato di prodotti, fa bene al consumatore e non mi pare abbia portato al fallimento di nessuna delle tradizionali farmacie.

Lo stesso vale nella telefonia mobile con Coopvoce. Possiamo annunciare di aver raggiunto le 500 mila attivazioni, pur competendo con giganti in un settore estremamente competitivo. Anche qui aver combinato convenienza, affidabilità e trasparenza si sta dimostrando una scelta vincente. Da queste esperienza già consolidate credo di poter dire che come sistema Coop stiamo valutando con attenzione l’ipotesi di intervenire nel campo dei carburanti e dell’energia. Non è un percorso semplice, ma l’idea di portare convenienza ai consumatori anche in altri settori che pesano sul reddito delle famiglie, credo sia una chiave importante per la cooperazione del futuro.

Certo si tratta di processi che vanno sostenuti e incoraggiati anche da un quadro legislativo adeguato. Le liberalizzazioni sono riforme senza costi, non sono i tagli alla scuola di cui si parla in queste settimane che mi paiono davvero una rinuncia al futuro. Sono invece uno stimolo alla competitività del sistema paese. Perchè senza quella l’uscita dalla crisi rischia di allontanarsi sempre più”.


Dario Guidi

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