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Pubblicità e colloqui di lavoro. Quando la bellezza è un imperativo

Pubblicità e colloqui di lavoro
Quando la bellezza è un imperativo

Perché mai una donna di quaranta o più anni, dovrebbe comprare una crema antirughe pubblicizzata da un’adolescente?  È quello che si è chiesto anche il Consumer’s Forum (che coinvolge associazioni di consumatori, imprese, enti di ricerca) a un convegno sull’immagine della donna e che, come eloquente risposta, ha presentato una Carta degli impegni contro quella pubblicità che viola la dignità femminile e veicoli stereotipi di genere e contenuti discriminatori. Come, appunto, quello della bellezza irraggiungibile.
Alla Carta hanno già aderito numerose aziende di prestigio. “L’uso del nudo femminile non è soltanto italiano e l’uso di stereotipi di genere non è un fatto recente – ha detto Annamaria Testa, pubblicitaria e scrittrice, al convegno di Consumer’s Forum – ma c’è qualcosa di più preoccupante: il corpo omologato con la chirurgia estetica o con photoshop. Sarebbe più trasgressivo mostrare una donna con le rughe, i capelli grigi o grassa, invece siamo costantemente esposti a modelli irraggiungibili perché sono irreali”. Interessante e istruttivo, a questo proposito, il filmato Dove Evolution, cliccatissimo su Youtube, dove vengono svelati i trucchi di Photoshop.
Secondo Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, contro i contenuti pubblicitari che non ci piacciono c’è un’ulteriore arma. “Si metta in campo – afferma Trefiletti – il boicottaggio dei prodotti pubblicizzati con metodi che non ci piacciono”. Del resto sono principalmente le donne che assicurano alle aziende 9.300 milioni di euro l’anno in cosmetici. E allora, perché non pretendere più rispetto?
Il pensiero unico della bellezza a tutti i costi genera – paradossalmente – mostri. Il più grave? Il razzismo contro i brutti, i grassi, i diversi. Ne sono prova i colloqui di lavoro in cui viene richiesta la bella presenza (senza che sia necessario), o in cui si è discriminati perchè sovrappeso. In Francia l’Osservatorio nazionale contro le discriminazioni ha elaborato una ricerca partendo dall’invio di 700 curricula finti. La metà presentava la foto di una ragazza giovane e bella, l’altra quella di una meno carina. La prima è stata chiamata dal 42% delle imprese, la seconda solo dal 16%. “La bellezza oggi vale più di una lettera di raccomandazione”, concludevano le autrici della ricerca. Ed è un criterio ugualmente discriminatorio, aggiungiamo noi.

Cosmetici cresce chi fa una scelta verde

Gli italiani fanno scelte sempre più verdi. Sia per quanto riguarda gli alimentari che per i cosmetici. In Italia (fonti Unipro) il settore di creme & C. di origine naturale è cresciuto in un decennio dal 2.2% al 3,6%. E crescerà ancora: sempre secondo Unipro ci sarà un’ulteriore avanzata del 5% entro giugno 2011. Ma perché gli italiani scelgono prodotti green, pur costando circa il 20% in più di quelli tradizionali? Fondamentalmente perché sono più sicuri e ecologici rispetto a quelli tradizionali, anche se, sul piano dell’informazione, regna una certa confusione e non tutti sanno che cosmetici “naturali” e “bio” non sono la stessa cosa. Per il consumatore le cose dovrebbero chiarirsi entro il 2013, anno entro il quale la commissione europea dovrebbe promulgare un regolamento su messaggi poco chiari o ingannevoli e su un regolamento comune per le etichette. Nel frattempo si può fare riferimento a marchi garantiti da organismi di certificazione come Bioagricert, Aiab, Ecogruppo Italia (e altri).
La voglia di naturale può stimolare anche il fai da te. Sono ormai numerosi i blog che – a partire da ingredienti semplici, facilmente reperibili – e spesso molto economici come miele, olio di mandorle o di argan, farine di cereali, oli essenziali, argille, eccetera – suggeriscono l’autoproduzione di creme per il viso, maschere, scrub, struccanti, tonici e dopobarba. Tra questi,  la Regina del sapone (www.lareginadelsapone.com) è tra i più cliccati del web.  

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