Panettoni e pandori
Panettoni e pandori che finiscono sulle nostre tavole ogni anno vengono proposti con nomi o farciture sempre più fantasiosi… Ma chi tutela la ricetta originale?
Anna Bedetti – Rimini
Il decreto 22 luglio 2005 a cura dei Ministeri delle Attività produttive e delle Politiche agricole e forestali, stabilisce nel dettaglio la ricetta, il metodo di fabbricazione, le caratteristiche del prodotto e le diciture di etichetta di questi dolci. L’impasto deve essere a lievitazione naturale e contenere farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi. La norma fornisce anche un elenco tassativo degli ingredienti obbligatori e di quelli facoltativi per le versioni arricchite con farciture, ripieni e glassature: ogni variazione rispetto alla ricetta classica deve essere sempre indicata in etichetta. Le sanzioni per chi sgarra sono sia amministrative che penali. Si fa inoltre divieto di presentare prodotti di imitazione che richiamino in modo inequivocabile i lievitati classici di ricorrenza (per forma del prodotto e della confezione, immagine, ecc.) e che si distinguono da essi solo per l’utilizzo di una denominazione alternativa ma poco evidente (magari sul fondo della scatola o con caratteri piccoli). Questo è stabilito in una Circolare del dicembre 2009 (n. 7021).