Ortofrutta, dopo il blocco dei tir
ecco il rischio speculazioni
Il blocco dei trasporti, solo in Sicilia, ha impedito la raccolta e la distribuzione di 40 mila tonnellate di frutta e verdura. Il settore lattiero-caseario ha perso più di 4 milioni di euro. Lo denuncia la Cia.
In un paese in cui quasi il 90% dei beni viaggia su gomma, era prevedibile che il blocco dei tir provocasse problemi di approvvigionamento dei punti vendita e aumenti (non sempre giustificati) dei prezzi di frutta e verdura. Oggi il blocco si sta risolvendo e dunque la distribuzione sta tornando alla normalità, ma sono ingenti i danni provocati in questi giorni dalla protesta dei camionisti.
Ne hanno fatto le spese soprattutto gli agricoltori, denuncia la Cia. “Solamente in Sicilia – si legge in un comunicato della Confederazione – il settore lattiero-caseario ha perso più di 4 milioni di euro a causa del mancato invio, alle centrali di trasformazione nel Catanese e in Calabria, di oltre 4 mila tonnellate di latte. E la situazione nel settore ortofrutticolo è ancora più grave: il blocco dei trasporti ha impedito la raccolta e la distribuzione di almeno 40 mila tonnellate di frutta e verdura, con mancati ricavi per quasi 60 milioni di euro. A cui però tocca aggiungere anche il danno commerciale legato alla perdita di commesse, a tutto vantaggio dei nostri competitor stranieri. Da quando è cominciata la protesta dei tir, infatti, le importazioni di ortaggi da paesi come Spagna e Maghreb sono già aumentate del 30 per cento”.
“Questo tipo di scioperi, riducendo le forniture e svuotando gli scaffali dei supermercati – denuncia ancora la Cia – porta inevitabilmente speculazioni sui prezzi al dettaglio: prima di tutto sui prodotti freschi come frutta, verdura, carne e latte che sono altamente deperibili. In questi giorni i consumatori hanno fatto i conti con prezzi in aumento del 10-15 per cento e con listini triplicati per zucchine, melanzane e verdura in genere”.