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Nuovo “antidoping” per le carni Coop


Nuovo “antidoping” per le carni Coop

 


Ho sentito di tecniche sempre più sofisticate e moderne con cui si possono “dopare” le carni bovine che mangiamo. Come Coop aggiorna i suoi controlli per garantire noi consumatori?

Annalisa Rentocchini – Mirandola (MO)

 


Risponde Nicola Brina, responsabile qualità carni e ittico di Coop Italia:

Nonostante le severe normative nazionali ed europee che vietano l’utilizzo di composti a scopo anabolizzante nell’allevamento animale, il loro impiego illegale è ancora diffuso in Europa. Gli ormoni sessuali, estrogeni ed androgeni, i cortisonici i beta agonisti sono le molecole maggiormente utilizzate.

Per contrastare questi rischi, Coop fin dagli anni ’80 seleziona direttamente i propri allevatori secondo criteri di sicurezza, qualità, difesa dell’ambiente. I controlli in allevamento sono finalizzati alla prevenzione dell’uso di anabolizzanti ed al rispetto dei requisiti del capitolato, che prevedono, tra l’altro il divieto dell’uso di cortisonici ed il rispetto del benessere animale.

Da sempre Coop è poi attenta all’evoluzione delle conoscenze scientifiche e promuove la ricerca applicata e l’introduzione di metodiche innovative. Per questo, in aggiunta ai controlli ufficiali del Servizio sanitario nazionale, dal 2010 e prima in Italia, Coop sta sperimentando l’utilizzo del test genomico nel controllo del “doping” negli allevamenti. Ma vediamo di cosa si tratta.Coop da diversi anni ha affiancato alle analisi chimiche sul sangue o sulle urine (come si fa con gli sportivi a fine gara) il test istologico, un test in grado di rilevare gli effetti degli ormoni sugli organi degli animali eventualmente trattati, permettendo di individuarli al momento della macellazione. Per i suoi successi il test istologico è stato adottato nel 2008 anche dal Piano Nazionale Residui del Ministero.

Ma come nello sport il nostro lavoro è una continua rincorsa, pertanto negli ultimi anni le nuove conoscenze scientifiche e l’applicazione delle biotecnologie, della genomica in particolare, hanno permesso di identificare geni regolati da queste sostanze (gli anabolizzanti) che possono essere utilizzati come “marcatori”, fornendo così un efficace supporto alle indagini chimiche e a quelle istologiche.

In particolare, l’Università degli Studi di Torino misurando la presenza del gene che codifica il recettore del progesterone (uno dei geni regolati dagli estrogeni) riesce a individuare un animale trattato con estrogeni. Dal 2010, in collaborazione con il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Biolatti del Dipartimento di Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, Coop ha introdotto per la prima volta al mondo questo tipo di analisi nella prevenzione dell’uso illegale di anabolizzanti in zootecnica.

Le ricerche proseguono, l’obiettivo è arrivare a dotarsi di marcatori in grado di rilevare trattamenti illeciti evidenziabili anche nella bistecca che si compra al banco carni. Grazie alla ricerca aumenta la garanzia di sicurezza per il consumatore e di benessere per gli animali in allevamento. Infine un po’ di numeri: ogni anno Coop investe direttamente oltre un milione di euro in controlli che si somma al milione di euro che i fornitori spendono per i controlli richiesti dai capitolati di fornitura, oltre 100.000 analisi e 1.600 ispezioni. Chi può dire altrettanto?

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