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“Non esistono territori immuni”

"Non ci sono territori immuni"

Intervista ad Anna Canepa, magistrato della Direzione nazionale antimafia

Forte di una lunga esperienza nella lotta alla mafia, oggi Anna Canepa è impegnata alla Direzione nazionale antimafia, il centro dell’attività giudiziaria contro la criminalità organizzata diretto da Piero Grasso. Il suo compito specifico è l’attività di analisi e coordinamento su Lombardia e Liguria. Al pari dei suoi colleghi, sa che la mafia si combatte con l’impegno, gli strumenti, i mezzi, e le leggi adeguate, ma anche e soprattutto con la collaborazione fra le istituzioni e con il contributo dei cittadini.

Dottoressa Canepa, esistono aree o territori immuni dalla penetrazione mafiosa?
Dal punto di vista giudiziario io conosco soprattutto le regioni di cui mi occupo che sono la Liguria e la Lombardia, dove la presenza delle organizzazioni mafiose è ampiamente documentata da numerose indagini. Ma per come è connotata l’economia del nostro paese ritengo di poter dire che non ci sono territori immuni alla penetrazione delle mafie.

Ma come hanno fatto le mafie a radicarsi così bene anche al Nord?
L’affermarsi delle mafie nelle regioni Settentrionali è stato possibile grazie alla loro capacità di insinuarsi profondamente in ogni realtà di espansione, attraverso la riproposizione delle medesime condizioni del territorio di provenienza.

E la politica che ruolo ha in questo processo di infiltrazione mafiosa?
La corruzione e il voto di scambio sono da sempre le armi usate dalle mafie per conquistare la classe politica anche nelle regioni del Nord.

Può descrivere il sistema attraverso il quale la mafia si impossessa di pezzi di economia "legale"?
I sistemi classici sono l’usura, i finanziamenti occulti, le intimidazioni. In questo momento le organizzazioni criminali approfittano anche del fatto che c’è una grossa crisi di liquidità nelle piccole e medie imprese del Nord e quindi tendono a comprare di tutto, come quando cadde il muro di Berlino.

A cosa si riferisce?
A un episodio che ha ricordato tempo fa il procuratore Grasso. Subito dopo l’abbattimento del muro, nel 1989, venne ascoltata l’intercettazione di un capo clan che raccomandava al suo compare di Berlino Ovest di precipitarsi all’Est ad acquistare tutto quello che poteva: alberghi, pizzerie, discoteche, ristoranti.

Quali sono i settori economici più vulnerabili alle infiltrazioni mafiose?
Per quello che risulta dalle indagini di cui sono a conoscenza, in primo luogo c’è il ciclo dell’edilizia, del cemento e degli appalti nella Pubblica Amministrazione.

A livello legislativo, quale legge solleciterebbe per contrastare meglio la mafia?
Se devo indicare una priorità direi che occorre una norma contro l’autoriciclaggio ossia il riciclaggio compiuto materialmente dalla stessa persona autrice del crimine da cui proviene il denaro. 
 



Aldo Bassoni

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