Montagne d'autore
Tre castelli, un forte e altro ancora: alla scoperta del museo diffuso creato dal grande alpinista Reinhold Messner, nel cuore delle Dolomiti
Tre castelli, un antico forte abbandonato e una moderna struttura sotterranea che ricorda i crepacci. Ecco l’affascinante museo diffuso dedicato alla montagna creato da Reinhold Messner nelle "sue" Dolomiti. Il cuore del quindicesimo ottomila scalato – così il celebre alpinista ama definire il progetto del Messner Mountain Museum – si trova a una manciata di chilometri da Bolzano, tra le mura in pietra di Castel Firmiano.
Un maniero dell’anno Mille recuperato da un coraggioso intervento architettonico, dove il visitatore segue un avvincente percorso a saliscendi che, utilizzando scale e passerelle in metallo, si snoda tra torri, camminamenti, sale e cortili. Il viaggio inizia simbolicamente dalla torre che Messner ha voluto dedicare alle religioni della montagna e in particolare al buddismo. Al centro del piano rialzato si incontra una grande ruota di preghiera tibetana circondata da 18 statue in legno dipinto raffiguranti Buddha. Al piano inferiore, raggiungibile attraversando un silenzioso giardino zen, sono ospitati i grandi filosofi delle montagne, tra i quali Milarepa, raffigurato mentre cavalca un raggio di sole sulla vetta del Kailash, la montagna sacra tibetana.
Un commosso omaggio di Messner – l’uomo che ha raggiunto le cime più alte del mondo, là dove la tradizione vuole danzino gli dei – alla religiosità dei popoli della montagna che ritroviamo anche lungo il percorso, sorvegliato da croci, feticci, statue e simboli collocati sulle vette di tutto il mondo dalle genti che vivono ai loro piedi. Negli altri spazi quadri, cimeli, reperti naturali e diverse testimonianze raccontano, in forma mai banale, la storia dell’alpinismo e lo stretto rapporto che lega l’uomo alla montagna.
Nella vicina Val Venosta, arroccato su una collina, svetta Castel Juval, seconda tappa del museo diffuso. Il maniero custodisce, insieme a una vasta raccolta di dipinti con vedute delle grandi montagne sacre – dall’Olimpo all’Ararat, dal Sinai al Fujiama e all’Ayers Rock in Australia – maschere provenienti dai cinque continenti, cimeli tibetani ed equipaggiamenti usati da Messner nelle sue spedizioni.
Il terzo castello è quello di Brunico, in val Pusteria. Il museo, l’ultimo nato, è dedicato ai popoli della montagna. Sono esposti opere e oggetti di uso quotidiano che raccontano la vita quotidiana, le culture e il rapporto con il turismo delle genti che vivono nelle vallate all’ombra delle grandi cime del pianeta.
Nei pressi di Solda, alle pendici dell’Ortles, si incontra invece una strana struttura moderna, che affiora timidamente dal pascolo. È il museo dedicato al ghiaccio – infatti la sua forma richiama i crepacci – dove è esposta la più vasta collezione di dipinti con vedute dell’Ortles. Con una breve passeggiata si raggiunge l’agriturismo Yak&Yeti, dove si visita un allevamento di yak felicemente adattatisi alle nostre montagne.
L’ultimo museo targato Messner sorge all’interno di un fortino della prima guerra mondiale, sul Monte Ribe a 2181 metri d’altezza tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo. È dedicato all’elemento "roccia" e racconta la storia dell’esplorazione e dell’alpinismo dolomitico. Nelle sale della fortificazione trovano spazio quadri e opere della collezione privata dell’alpinista che rappresentano le Dolomiti viste con gli occhi degli artisti, dal Romanticismo fino all’arte contemporanea.
Giuseppe Ortolano