Mantova, gioiello del Rinascimento
Alla scoperta della città lombarda, per secoli governata dalla famiglia Gonzaga e ora sito patrimonio del'umanità secondo l'Unesco
E' stato uno dei principali centri del Rinascimento italiano e non fa nulla per nasconderlo. Mantova, che insieme a Sabbioneta è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, riluce ancora di quella malinconica bellezza che la avvolge da quando, tra il 1328 e il 1707 sotto il governo della famiglia Gonzaga, ospitò una delle più raffinate corti europee. Di quel periodo rimangono affascinanti testimonianze, in gran parte raccolte attorno a piazza Sordello.
Il Palazzo Ducale innanzitutto. Occupa una vasta area che lambisce il Lago di Mezzo ed è una vera e propria reggia, con numerosi edifici che si affacciano su vie, cortili e piazze. Tra questi si distinguono il Palazzo del Capitano e la Magna Domus, costruiti tra la fine del 1200 e l’inizio del XIV secolo. Molte le opere esposte nelle diverse sale aperte al pubblico: il ciclo dei nove arazzi raffaelleschi con storie tratte dagli Atti degli Apostoli, le tele di Pietro Paolo Rubens raffiguranti la Famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci di Domenico Fetti. Il Castello di San Giorgio, costruito tra il 1390 e il 1406 per proteggere la città, è oggi integrato negli ambienti di Palazzo Ducale e ospita la famosa e imperdibile Camera degli Sposi, decorata dal Mantegna tra il 1465 e il 1474. Sulla splendida piazza si affacciano anche il palazzo Acerbi, sovrastato dalla torre della Gabbia, la sede vescovile, palazzo Castiglioni e il Duomo trecentesco.
Gironzolando tra portici, piazze e vicoli del centro storico si incontrano poi la Basilica di Sant’Andrea, massima espressione del genio di Leon Battista Alberti; la Casa del Mantegna, sede di mostre temporanee, e il Museo della Città di Palazzo di San Sebastiano. L’altro gioiello di Mantova è Palazzo Te, un luogo di delizie costruito per lo svago del marchese Federico II Gonzaga all’estremo opposto della città, collegato al Palazzo Ducale dal Percorso del Principe. Progettato nel 1524 da Giulio Romano deve il nome all’abbreviazione di "Teieto", l’antica isola circondata dai laghi formati dal fiume Mincio sulla quale il Palazzo fu costruito.
Oltre alle sale affrescate (Salone dei Cavalli, Sala dei Giganti, Camera dei Venti e delle Aquile) vale la pena vedere la Loggia di Davide.
Dopo aver visitato questi luoghi simbolo il turista può lasciarsi trasportare dalla curiosità e vagabondare liberamente per il centro storico, cercando di cogliere la ricchezza culturale e architettonica della città. I melomani non si potranno esimere da una visita alla quattrocentesca Casa del Rigoletto, situata dietro la parte del Duomo che scende verso il lago, considerata da tutti i mantovani l’abitazione del leggendario buffone del Duca di Mantova, la cui vicenda è stata messa in musica da Giuseppe Verdi. Gli amanti della musica classica cercheranno il piccolo gioiello settecentesco del Teatro Bibiena, inaugurato dal giovanissimo Mozart nel 1769 e quelli dell’archeologia i pavimenti a mosaico e i resti di una domus romana d’età imperiale ritrovati recentemente nei pressi di piazza Sordello.
Giuseppe Ortolano