L’intervista
Nicola Conte
Nicola Conte è uno dei musicisti al centro del rinascimento della scena del nuovo jazz italiano. Chitarrista, compositore, direttore d’orchestra, è stato il primo artista italiano ad incidere per la prestigiosa etichetta americana Blue Note. Il suo album più recente, Rituals, è stato scritto come il reportage di un viaggio tra il mondo latino, le ballroom di Hollywood, il jazz degli anni ’60 e la poesia americana. Insieme a lui, tra i tanti, le cantanti Chiara Civiello e Alice Ricciardi ed il sassofonista Greg Osby.
Nicola, quali gli ultimi cd che hai acquistato?
Mi piacerebbe parlare di album e non solo cd, dal momento che i miei acquisti sono soprattutto in vinile. Ad ogni modo l’ultimo cd che ho acquistato è di una cantante portoghese, Ana Moura, esponente del nuovo fado: affascinante Per il jazz ho appena ricevuto da un negozio specializzato 3 album della Blue Note in edizione originale, dischi da collezione: Bennie Green, Soul Stirrin, Jack Wilson Something Personal e Lou Donaldson The Natural Soul. Compro anche dischi in vinile dei musicisti della sperimentazione elettronica, quelli di Carl Craig e Phil Ramelin.
Che libri hai letto, mentre eri in studio per la registrazione di Rituals?
Ho appena finito Molto rumore per nulla di William Shakespeare. Dai drammi alle commedie ai sonetti trovo nei suoi scritti un dolce nutrimento per la mia fantasia. Ho riletto Foglie d’Erba di Walt Whitman…
Mi sono avventurato nella lettura dei Dialoghi di Platone. Affreschi del pensiero, ahimè, alquanto lontani dall’arido deserto della società contemporanea.
Vai al cinema, o guardi Dvd in casa?
Il cinema che mi piace appartiene spesso al passato e devo cercarlo su dvd. Recentemente ho visto Come in uno specchio di Ingmar Bergman, atmosfera sublime, poi Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci, il cinema italiano in uno dei suoi periodi più fulgidi e Sabato sera domenica mattina di Tony Richardson, uno dei capolavori del free cinema inglese.
Cosa acquisti quando sei in viaggio?
Le persone e le tracce delle civiltà per me sono più interessanti delle cose. Però ogni volta vado alla ricerca di dischi nei negozi dell’usato. In Italia sono scomparsi ma all’estero resistono. Coraggiosamente.
Pierfrancesco Pacoda