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L’intervista: Massimo Zamboni

L’intervista

Massimo Zamboni

Massimo Zamboni, cantante e chitarrista, ha diviso con Giovanni Lindo Ferretti l’esperienza avant garde rock dei CCCP e dei CSI. Musicista e scrittore, ha di recente pubblicato il cd L’Estinzione di un colloquio amoroso. Tra i prossimi progetti, numerosi reading e un concerto Disastri e Disamori dove, in compagnia della cantante Angela Baraldi, rileggerà i classici dei CCCP.

Massimo quali i tuoi ascolti più recenti?
Le noise, di Neil Young; Homeland, di Laurie Anderson; On an island, di David Gilmour. Sono artisti che seguo da decenni, e continua a sorprendermi e affascinarmi la loro capacità espressiva, indifferenti a tecniche, mode e stili del momento; anzi, splendidi nel loro essere altrove e oltre. Più avanza la loro età, più lo sguardo di cui sono capaci si fa concentrato e forte. Forse è ciò che mi auguro possa avvenire a me.

Che libri vuoi consigliare ai nostri lettori?
Rileggere un autore che si ama in una diversa fase della nostra vita è sempre una esperienza nuova, un modo per tirare le somme. Così vorrei consigliare proprio una rilettura, I miei sette figli, di Alcide Cervi, con un linguaggio e una forza straordinari, che indirizzerei a chi ha la supponenza di conoscere già queste pagine. Poi due grandi classici dall’est Europa, Il ponte sulla Drina, di Ivo Andric e La morte e il derviscio, di Mesa Selimovic. Difficile uscire dall’incantesimo del loro linguaggio, che ha una forza e una adesione alla vita per noi forse perdute. Un senso del tragico sotteso a ogni parola, ogni frase.

E i film? Frequenti il cinema?
Si sogna poco nel nostro paese, si sogna poco nel nostro cinema. Infrequentabili le multisale, credo ci dobbiamo accontentare dello schermo di casa, rinunciando all’esperienza collettiva, al guardarsi per un attimo dopo la proiezione. Dunque, su dvd, Il grande Nord, di Nicolas Vanier, una vera boccata d’aria fredda;  e tutto quello che esce dalla cinepresa del coreano Kim Ki-Duk. Il suo silenzio soprattutto, dove ogni particolare può finalmente parlare e dirsi. E Persepolis, tratto dal romanzo a fumetti di Marjane Satrapi. La forza straordinaria di ogni individuo che voglia considerarsi tale.

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