Linea diretta con You Tube
Le connessioni tra videocamere, tv e internet
Come riuscire a vedere il filmato alla Tv o caricarlo su Internet? Entrambe sono operazioni facili pur richiedendo qualche conoscenza di base. Il formato di uscita, in genere, è un file compresso Mpeg-4 che non dà problemi a meno che un lettore fatichi a decifrarlo. In questo caso si consiglia una decodifica in Mpeg-2. Più “spinoso” invece è il collegamento al televisore. Esistono tre tipi di collegamento. Il più evoluto sfrutta la porta Hdmi (a sagoma larga e schiacciata), la migliore per l’alta definizione: è un unico cavo a trasportare il segnale sia audio che video. La porta component, invece (a sagoma più alta), veicola solo il segnale video, anche in alta definizione, e richiede per questa ragione una seconda entrata audio sul televisore (a tre ingressi di colore blu, verde e rosso): il cavo di connessione avrà dunque cinque jack in totale. Infine c’è la porta A/V (più arrotondata) che è soltanto analogica: tre jack vanno collegati alle prese colorate in giallo (video), rosso e bianco (audio) del televisore.
E se il nostro videoclip ha titoli per interessare più persone e si vuole mettere on line? Evitando i cattivi esempi della cronaca, possiamo facilmente riversare il file su YouTube o su un blog: alcune videocamere sono già predisposte per il caricamento diretto dei filmati a una risoluzione compatibile con quella del popolare portale video, con possibilità di aggiungere titolo, descrizione e parola chiave. Si pone a questo punto il problema del rispetto della privacy. Anche se si tratta di siti amatoriali, infatti, le persone ritratte nei video che pubblicate devono darvi sempre il loro consenso. Spesso l’autorizzazione è tacita; in ogni caso non bisogna ledere l’onore e la reputazione di nessuno. Come chiarisce l’associazione Altroconsumo sul suo sito, il diritto alla riservatezza dell’immagine può essere sacrificato solo per un pubblico interesse, com’è il diritto all’informazione, a condizione di rispettare i principi fondamentali della verità dei fatti, dell’interesse pubblico alla notizia e dell’essenzialità dell’informazione. Diversamente prevale il diritto del singolo di opporsi alla pubblicazione o, una volta provato il danno, ad ottenere anche un risarcimento patrimoniale. Si entra invece nel penale (reclusione da sei mesi a quattro anni) se il video pubblicato lede la reputazione della persona ripresa o interferisce con la sua vita privata. Ricordarsi, infine, che chi pubblica su YouTube mantiene la proprietà dell’opera ma cede agli altri utenti del sito la possibilità di accedere e visualizzare il video, ricavandone anche opere derivate. E YouTube, con la pubblicazione, acquisisce il diritto di utilizzare il vostro video per fini commerciali.