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“L’atomo è vecchio e insicuro”

"L'atomo? Insicuro, costoso
e già vecchio"

Intervista ad Alessandro Giannì di Greenpeace

Dopo il sisma in Giappone, è possibile pensare all’energia nucleare come a una tecnologia sicura per produrre energia?
La risposta ovvia è che il nucleare non era sicuro nemmeno prima del sisma in Giappone. Cernobyl è solo il caso più famoso di incidente nucleare: questi problemi sono all’ordine del giorno. Qualche anno fa i vertici della TEPCO (l’utility giapponese proprietaria dell’impianto di Fukushima) si sono dovuti dimettere perchè si è scoperto che per decenni hanno falsificato i rapporti di sicurezza inviati alle Autorità. Questo stillicidio di "piccoli incidenti" (di cui ci sono evidenze anche in Europa) è all’origine dell’incremento di leucemie infantili nelle aree circostanti alle centrali nucleari. Un’altra complicazione è poi che sia le centrali che le scorie nucleari (a fine vita una centrale è una "scoria"…) pongono problemi di gestione a lungo termine: si tratta di rifiuti pericolosi che possono restare radioattivi per secoli, millenni o decine di migliaia di anni. Nessuno ha idea di come mettere in sicurezza queste scorie e di come finanziare un sistema di gestione di rifiuti pericolosi e radioattivi che regga per millenni. Tornando al contesto del Giappone: un terremoto di scala Richter 9 era improbabile nell’arco di 10 anni ma (tsunami compreso) lo si poteva considerare un "evento certo" in un arco di tempo di secoli. Insomma, ogni centrale e ogni deposito di scorie è una specie di roulette russa e la propaganda filonucleare che parla di "sistemi sicuri per gestire le scorie" mente sapendo di mentire.

Quale dovrebbe essere l’iter della realizzazione delle centrali nucleari italiane? E dove verranno fatte, visto che le Regioni italiane non le vogliono?
L’impressione è che, prima di Fukushima, avessero già già deciso. Alcune dichiarazioni di Enel che parlavano di 4 centrali in 3 siti facevano capire che con certezza il sito di Montalto di Castro (alto Lazio) era della partita: è uno dei pochi in cui è ipotizzabile costruire due reattori. In ogni caso, la normativa nazionale esclude le Regioni dal ruolo decisionale. Il loro "parere" non è in alcun modo vincolante. Per gli altri siti sarebbero in "pool position" il Veneto (Chioggia/Rovigo) e forse altri siti costieri in Adriatico. La nostra impressione è che si proporrà la costruzione di centrali al nord mentre per la localizzazione del deposito di scorie l’area delle possibilità è maggiore. Anche in questo caso (il deposito) sappiamo per certo che c’è già una lista di una cinquantina di siti, realizzata nonostante ancora non siano stati approvati i criteri per la localizzazione dei medesimi.

Chi è contro il nucleare sostiene che le centrali italiane nasceranno già vecchie. È così?
Il fatto concreto è che il tipo di centrale che si vorrebbe realizzare in Italia (EPR: European Pressurized Reactor), un modello di costruzione francese, non è altro che un prototipo e nemmeno completo.
Esistono solo due cantieri (in Francia e in Finlandia) che ormai hanno accumulato ritardi clamorosi, che non hanno un "progetto" chiuso (in due statement separati le Agenzie Nucleari di Finlandia, Francia e Inghilterra e, nel secondo, anche quella USA) hanno ribadito che esistono grosse carenze progettuali (definizione del sistema di controllo automatizzato che dovrebbe intervenire in caso di incidente) mentre permangono problemi sulla qualità delle saldature di alcune porzioni critiche del cantiere. Diciamo che in realtà questo nucleare non è ancora nemmeno nato. Probabilmente, non nascerà mai (i costi sono passati da 3 miliardi di euro a cifre che verosimilmente saranno dell’ordine di oltre 7 miliardi di euro): si bruceranno soldi pubblici, si sprecheranno occasioni per incentivare le rinnovabili e, al solito, pagheranno i cittadini, sulla bolletta o altrimenti. Peraltro, l’unico progetto concreto di EPR negli USA è stato cancellato nonostante ci fosse la disponibilità del governo di coprire i rischi bancari per 7,5 miliardi di dollari.

È vero che l’Italia non ha altra scelta se non quella del nucleare?
L’Italia non ha altra scelta se non fare a meno del nucleare e puntare sulle rinnovabili e l’efficienza. Greenpeace ha sviluppato vari scenari che dimostrano che l’Italia, come l’Europa, può svincolarsi dalle energie sporche (carbone, petrolio e nucleare). Entro il 2020 le fonti rinnovabili, insieme a misure di efficienza energetica, sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora aggiuntivi, circa tre volte l’obiettivo di Enel sul nucleare, tagliando drasticamente le emissioni di CO2. Quello che è interessante è che sono anni che Greenpeace produce questi scenari ed è un dato di fatto che la realtà in alcuni settori, ad esempio nell’eolico, è andata più avanti delle nostre stime, evidentemente troppo conservative. Ancora, gli scenari pubblicati dalle industrie delle rinnovabili sono ancora più spinti dei nostri, mentre lo stallo del nucleare rispetto alle rinnovabili è ben documentato dai dati USA. Per finire, gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica al 2020 non solo valgono il triplo del piano nucleare di Enel in termini energetici, ma creerebbero almeno 200 mila nuovi posti di lavoro "verdi" e dunque 10-15 volte l’occupazione indotta dal nucleare.

È vero che si troverà il modo per neutralizzare la pericolosità delle scorie?
Potremmo rispondere che si troverà il modo di imparare a volare battendo le braccia. Il fatto è che dopo oltre mezzo secolo di nucleare e miliardi di dollari spesi nessuno ha ancora trovato una soluzione. O meglio: per anni una soluzione per parte delle scorie nucleari c’è stata e molto semplice: scaricare le scorie in mare! Pratica bloccata nel 1993 anche grazie alla campagna internazionale di Greenpeace. Dobbiamo mettere anche questo sul conto del nucleare.

Costano meno le energie rinnovabili o l’energia nucleare?
Secondo la stima più recente del Dipartimento USA per l’energia (DOE, novembre 2010), il costo industriale dell’elettricità prodotta dai nuovi impianti nucleari sarà più alto non solo di quello del carbone e del gas naturale, ma anche dell’eolico. In particolare, il costo dell’elettricità da nucleare per gli impianti che andranno in funzione nel 2020 è stimato in oltre 14 centesimi di dollaro (del 2008) contro gli 11 dell’eolico.
 

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