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La “bufalaâÂ? del latte ribollito

La “bufala” del latte ribollito

Ho ricevuto una mail che mi ha preoccupato, secondo la quale il latte scaduto e non venduto viene rimandato al produttore che può effettuare di nuovo il processo di pastorizzazione a 190 gradi e rimetterlo sul mercato. Questo processo può essere effettuato fino a 5 volte. In sostanza noi compriamo latte ribollito chissà quante volte. Il segreto è guardare sotto il tetrabrick e osservare la serie di numerini  da 1 a 5. Il numero che manca indica quante volte è stato ribollito il latte. È possibile avere una spiegazione a tutto ciò?
Rita Ragonese – E-mail

Risponde Claudio Mazzini
responsabile innovazione e valori di Coop Italia:
All’inizio del mese di ottobre è ricominciata a circolare in Internet una notizia falsa, già peraltro uscita e conseguentemente smentita nell’anno 2007, sul riutilizzo del latte UHT dopo la sua scadenza.
Tutto è cominciato quando, su un famoso social network, un consumatore ha diffuso una mail in cui si affermava che il latte, una volta scaduto, verrebbe ritirato dalle ditte produttrici per poi essere ribollito e riciclato fino a cinque volte in maniera legale e che il numero di riciclaggi verrebbe indicato da un numero sul fondo della confezione. Tale notizia è stata diffusa poi in numerosi Blog con la conseguenza che in molti ci hanno scritto e/o telefonato molto allarmati.
Come già detto nel 2007, rassicurammo i nostri consumatori sulla totale infondatezza della notizia. Il latte non può essere, infatti, riciclato dopo la scadenza  e nessun produttore è quindi autorizzato ad effettuare legalmente tale pratica.
Inoltre dal punto di vista puramente economico manca il vantaggio, se consideriamo che il latte UHT, ha un prezzo medio attorno ai 70/80 centesimo di €/litro, la gestione logistica per recuperare il prodotto, la lavorazione, ecc… i costi supererebbero il valore della materia prima recuperata.
In più, la temperatura di 190° C (indicata in queste segnalazioni) modificherebbe sostanzialmente le caratteristiche del prodotto: infatti la pastorizzazione per il latte fresco avviene a temperature inferiori ai 70° C  per circa  15 secondi, mentre  la sterilizzazione (per il latte UHT) avviene a circa 130° C per un secondo.
I numeri citati sulla confezione non indicano quindi il numero dei presunti riciclaggi ma un codice di rintracciabilità della ditta produttrice dell’imballaggio.
I contenitori durante la produzione sono stampati su bobine-madri di carta larghe circa 1,5 metri che successivamente vengono tagliate, a seconda dei formati, in 5 o 6 rotoli pronti per il confezionamento.
Per assicurare la rintracciabilitá del materiale di imballaggio, i contenitori che costituiscono queste bobine vengono contraddistinti, con intervalli regolari e in modo sequenziale, con i relativi numeri da 1 a 5 o 6 a prescindere dal prodotto contenuto (latte, succhi, vino, ecc.). Questo è il motivo per cui sul fondo delle confezioni possono essere presenti questi numeri di identificazione che nulla hanno a che fare con gli alimenti confezionati.
Più in generale ci preme segnalare che stiamo assistendo ad un esplosione delle cosiddette “bufale” che ciclicamente riemergono su Internet.
Nel gergo di Internet  “bufala” indica un tentativo di ingannare un pubblico presentando volutamente per reale qualcosa di falso. Si distingue generalmente dalla truffa per la mancanza di profitto a scapito delle vittime.
Questi fenomeni sono talmente diffusi che sono nati dei veri e propri siti specializzati per sfatare i miti di queste bufale. Discovery Channel  addirittura produce una trasmissione “Miti da sfatare”. Su Internet, il sito Snopes (http://www.snopes.com), contiene una delle maggiori collezioni di bufale e leggende metropolitane, con analisi dettagliate caso per caso.
In lingua italiana c’è il “Servizio Antibufala” http://attivissimo.blogspot.com/ in cui si possono trovare altre storie analoghe: quella del Sodium Laureth Sulfate (SLS) nei dentifrici che sarebbe cancerogeno, l’inesistente lista di additivi cancerogeni del centro Antitumori di Aviano, noto falso che gira da circa 10 anni.
Ciclicamente queste e altre notizie rimbalzano nella rete dove nulla si distrugge, nemmeno le “bufale”.

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