Il mosciolo del Conero
La proposta del mese di Slow Food
Il mosciolo del Conero
Ad Ancona i moscioli sono le cozze o mitili (Mytilus galloprovincialis), “selvaggi”; quelli cioè che si riproducono naturalmente e vivono attaccati agli scogli sommersi della costa del Conero. La presenza di moscioli in questi mari è testimoniata in maniera precisa già dall’inizio del Novecento; la pesca, però, era molto limitata e le colonie di molluschi erano concentrate sullo scoglio del Trave e su pochi altri scogli e secche tra Pietralacroce e Sirolo.
L’attrezzo che serviva per strappare i moscioli dagli scogli, simile a un forcone, non era particolarmente dannoso: più dannosa fu, col passare del tempo, l’adozione della “moscioliniera”, una lunga pertica con in fondo dei denti di ferro ricurvi con la quale si raschiano gli scogli dalla barca.
In questo modo vengono strappati sia i moscioli grandi che quelli piccolissimi: paradossalmente però tale tipo di pesca ha contribuito alla proliferazione dei moscioli in quasi tutti gli altri scogli sommersi del Conero. Infatti, alcuni dei moscioli più piccoli, ributtati in mare, riuscivano a sopravvivere e a colonizzare nuove zone. I pescatori amano mangiare i moscioli appena pescati, aperti su una lastra posata sul fuoco, senza alcun condimento, oppure alla marinara: aperti in pentola con aglio, prezzemolo, olio e pepe.
Negli anni ’50-60, la cucina di alcune piccole trattorie, nate a Portonovo in riva al mare, dà un contributo decisivo alla conoscenza ed all’apprezzamento dei moscioli del Conero.
Parallelamente, cresce in maniera massiccia la pesca di questi molluschi: negli anni ’60-70 le barche che pescano nella costa del Conero sono circa 80, di cui 30 della Cooperativa Pescatori di Portonovo.
In seguito, per le difficoltà connesse alle modalità di pesca e per la concorrenza delle cozze di allevamento, il quantitativo prelevato diminuisce drasticamente. In secondo luogo la pesca di cozze selvatiche è ormai limitata a pochissimi tratti di costa, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Occorre, inoltre, governare con attenzione ogni aumento della produzione, pena la scomparsa in breve tempo dei moscioli. La pesca, regolamentata in maniera chiara, dovrà mantenere inalterato l’equilibrio tra quantitativo pescato e capacità di riproduzione. Infine, è necessario un lavoro sulla filiera, in modo che sia garantita la provenienza dei molluschi dalle zone di pesca previste e la tracciabilità del prodotto lungo tutta la catena distributiva.
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