Il rapporto Prometeia
Ma il reddito degli italiani continua a calare
Molti segnali, confermati da Banca d’Italia e Istat, indicano che potrebbe proseguire il rallentamento della crescita delle retribuzioni sia per il blocco della contrattazione nel pubblico impiego, sia per gli effetti ritardati della crisi su industria e servizi. "La crescita delle retribuzioni del settore privato – si legge nell’ultimo Rapporto Prometeia – potrebbe fermarsi al 2 per cento, con una perdita in termini reali", anche perché continuano a calare i lavoratori a tempo indeterminato e a tempo pieno e aumentano i lavoratori a termine e part-time. Per non parlare della disoccupazione giovanile, prossima al 30 per cento, e della cassa integrazione dilagante. È dunque facile prevedere che il reddito disponibile si contrarrà in termini reali per il quarto anno consecutivo. Alla fine avremo che l’aumento delle retribuzioni pro-capite e dell’occupazione saranno inferiori alla crescita del prodotto complessivo mentre non diminuiranno le tensioni inflazionistiche. In parole povere, prezzi su, stipendi giù. E, sempre secondo Prometeia, "nei prossimi mesi l’inflazione salirà ancora, arrivando al 2,9% in media d’anno quella al consumo, e al 4,9 quella alla produzione".