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Genova, quale futuro

Genova quale futuro

Sindaco e rappresentanti degli imprenditori e del commercio si sono confrontati sul piano di sviluppo urbanistico della città, in una tavola rotonda che si è svolta il 18 giugno, in occasione dell’Assemblea Generale dei Soci di Coop Liguria

L’Assemblea Generale dei Delegati dei Soci di Coop Liguria, convocata il 18 giugno ai Magazzini del Cotone di Genova per approvare formalmente il Bilancio 2010 della Cooperativa, ha ospitato una tavola rotonda aperta al pubblico, quest’anno dedicata al tema  “Pianificazione urbanistica e sviluppo delle attività produttive: problemi e possibilità di intervento”, alla quale hanno preso parte la Sindaco di Genova, Marta Vincenzi; il Presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini;  l’Amministratore Delegato di Giglio Bagnara Spa, Enrico Montolivo; il Presidente di Mario Valle Spa, Bruno Giontoni; il Presidente di Coop Liguria, Francesco Berardini; il Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Genova, Pier Maria Ferrando, nel ruolo di moderatore. L’incontro  si è collocato nell’ambito del confronto sul Piano Urbanistico Comunale preliminare, presentato recentemente dal Comune di Genova, che contiene le linee guida dello sviluppo futuro della città e che, nelle intenzioni degli amministratori, deve essere discusso e condiviso, a tutti i livelli.
«Nel nostro Piano preliminare – ha detto la Sindaco di Genova, Marta Vincenzi – abbiamo raccolto alcune proposte concrete di sviluppo, da attuare in un arco di tempo breve, non oltre i prossimi dieci anni. Visti i limiti del nostro territorio, che è carente di spazi da destinare a investimenti produttivi e ha evidenti difficoltà di carattere logistico, dobbiamo puntare soprattutto sul recupero delle aree degradate, favorendo nuovi insediamenti, capaci di creare occupazione. Dobbiamo sostenere l’industria, la ricerca, le attività produttive, la portualità e il turismo, ma con scelte sostenibili, che migliorino la vivibilità delle aree residenziali e puntino sulle energie rinnovabili. Tra queste, fondamentale è proseguire nella realizzazione di opere infrastrutturali indispensabili, come la gronda autostradale, il nuovo nodo ferroviario di Genova e la metropolitana di superficie. Lo sviluppo urbanistico della città va di pari passo con il suo sviluppo sociale ed economico. Per questo il nuovo Puc non può essere calato dall’alto in una logica dirigistica, ma va discusso e condiviso con tutti i soggetti attivi sul territorio e con gli stessi cittadini. Il piano, insomma, deve rispecchiare l’idea della città che vogliamo diventare, una città che a mio avviso deve puntare a crescere, anche demograficamente, e a ridurre alcuni squilibri. Conosciamo bene le criticità che dobbiamo affrontare – età anagrafica dei cittadini sempre più avanzata, emigrazione dei giovani verso altre città, incapacità del settore produttivo di integrare gli immigrati – e siamo consapevoli che, per invertire la rotta, dobbiamo migliorare il tessuto sociale, guardando anche a chi viene a Genova come studente o ricercatore e aprendoci a una dimensione internazionale».
Giovanni Calvini, pur apprezzando l’approccio metodologico della Sindaco, ha chiesto più coraggio su alcune scelte: un sostegno ancora più deciso allo sviluppo delle attività portuali, senza guardare soltanto alle costruzioni navali, ma soprattutto un’attenzione maggiore all’individuazione di nuovi siti produttivi, senza mettere l’industria in competizione con il commercio e coinvolgendo nel  confronto sulle linee di sviluppo anche le città di Savona e Alessandria, perché l’Europa ci impone di ragionare sempre di più in una logica di “area”.
Enrico Montolivo ha chiesto maggiore attenzione per i marchi storici, sempre più assediati da imprese straniere. «Lo sviluppo della città – ha detto – deve tenere conto della qualità degli investimenti che si vanno a realizzare e del loro impatto sul territorio, anche a livello di indotto. L’accordo trovato a Sestri tra amministratori, grande distribuzione e rappresentanti dei commercianti per i nuovi insediamenti alle ex Fonderie e nelle aree che potrebbero essere lasciate libere da Esaote è un esempio di condivisione delle scelte, che deve essere adottato come metodo di lavoro».
«A Genova – ha detto Bruno Giontoni – ci sono 6 milioni di metri quadrati di aree da riqualificare e una carenza infrastrutturale drammatica. Dopo anni in cui non si è stati capaci di individuare soluzioni concrete, mi sembra che questo Piano tocchi alcune questioni nodali. L’obiettivo, ora, è tradurlo in realtà, attuando percorsi condivisi tra amministratori e imprenditori».
«Coop Liguria – ha concluso Berardini – condivide l’idea che servano regole e vincoli anche per il commercio. L’unica strada percorribile è quella del dialogo, che, come abbiamo visto, porta risultati. La Cooperativa è da sempre disponibile a orientare le proprie scelte in linea con i bisogni della città, come ha dimostrato con l’acquisto delle Officine Guglielmetti (legato al ridisegno della viabilità AMT) e con il confronto positivo avviato a Sestri con i commercianti, per valutare l’impatto di nuovi insediamenti nelle ex Fonderie e nelle aree che potrebbero essere lasciate libere da Esaote».



Silvia Pizzorno

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