Fa bene alla salute? L’Efsa dice…
Ho sentito parlare di pareri che l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) esprime sugli slogan che descrivono le qualità salutistiche dei prodotti alimentari, scoprendo che in realtà la gran parte di questi slogan vengono bocciati. È davvero così e perché?
Rina Lndi – Parma
Risponde Claudio Mazzini
responsabile sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia:
Lo scorso 30 giugno il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma) ha pubblicato una nuova serie di pareri scientifici relativi ai cosiddetti “claims nutrizionali”, ovvero le indicazioni e gli slogan che le aziende chiedono di far comparire sui prodotti alimentari per illustrare le loro proprietà nutrizionali e gli effetti sulla salute. Le pagelle dell’Efsa sono così arrivate complessivamente a quota 2.100.
Inutile dire che nelle scelte d’acquisto, il peso di queste indicazioni è sempre più importante, anche perché negli ultimi anni assai intensa è stata la comuniczione sugli effetti positivi di determinati alimenti e sostanze per la nostra salute. Come sempre però il confine tra “fumo e arrosto” è labile e, dunque, fondamentale è il vaglio preventivo che un ente come Efsa esercita.
Ebbene, di tutte le indicazioni “funzionali generiche” sulla salute, ad oggi l’Efsa ha bocciato ben l’80% delle diciture proposte dalle aziende produttrici. L’approccio rigoroso e restrittivo dell’Autority, si basa sulla necessità di avere prove scientifiche di efficacia delle funzioni oggetto delle dichiarazioni, supportate da specifici studi. Infatti, per essere inclusi nell’elenco delle indicazioni sulla salute, i cosidetti claims devono essere basati su dati scientifici generalmente accettati e facilmente compresi dal consumatore medio. Delle indicazioni valutate a fine giugno, i risultati favorevoli includono la relazione fra l’assunzione di alcune fibre alimentari e il tasso di colesterolo nel sangue; tra fibre di cereali e funzione intestinale; tra bevande contenenti carboidrati-elettroliti e resistenza alla fatica; tra basso contenuto di sodio e pressione sanguigna; tra fibre alimentari e ridotto aumento del glucosio nel sangue dopo i pasti; tra melatonina e insorgenza del sonno. Senza far nomi, tanti consumatori potranno facilmente ritrovare questi principi in prodotti che rientrano nella loro lista della spesa.
Venendo alle tante indicazioni che hanno invece ricevuto valutazioni sfavorevoli, per molte di loro l’Efsa ha concluso che non erano sufficientemente specifiche. Ad esempio indicazioni quali “salute delle donne” o “energia mentale”, o che si riferivano a categorie di alimenti che sono state considerate troppo ampie (come “frutta e verdura” e “prodotti lattiero-caseari”), per essere collegate a effetti specifici. Altre indicazioni sono state valutate sfavorevolmente perché non erano supportate da studi pertinenti sugli esseri umani. L’Efsa, sulla base del complesso dei suoi pronunciamenti, raccomanda dunque in primo luogo di valutare bene se il riferimento ad un singolo alimento è pertinente e legato a prove scientifiche fondate. In particolare gli studi devono dimostrare che l’effetto indicato è benefico per la salute umana. Vi deve in sostanza essere un rapporto di causa effetto tra il consumo dell’alimento e l’effetto indicato. In più, la quantità di alimento e le modalità di consumo necessarie per ottenere l’effetto indicato devono far parte di una dieta equilibrata.