E ora tutti all’aria aperta
Casette, pergole, pompeiane e gazebi: come arredare giardini e terrazze per godersi la bella stagione
Nel garage ci sta la macchina e poco altro e in casa si comincia a star stretti. La voglia di aria aperta, di relax e di un relativo benessere (crisi permettendo), pare non abbandonare gli italiani che se dispongono di un giardino o di una terrazza, non solo li ornano con complementi di arredo (dal classico set ombrellone più 2 sedie al tavolo di acacia o di eucalipto fino al divano in wicker rattan sintetico, con tendenza a una “contaminazione” tra materiali diversi), ma li usano sempre più per ampliare i loro spazi di vita.
Ed ecco allora il ritorno delle pergole dette anche pergolati (con copertura fissa o scorrevole, indipendenti o addossate alla casa, abbellite da glicini o bouganville), delle pompeiane sotto cui conversavano gli antichi romani (prive di copertura fissa e dal tetto piano), degli orientaleggianti gazebi (solitari in mezzo al giardino con il loro tetto piramidale amovibile) e di altre simili strutture per esterni. Sono prevalentamente in pino, acacia o legni esotici ma anche in ferro, acciaio inox e materiali zincati come nel caso dei box. Tra queste strutture spiccano le casette tanto di moda usate per il ricovero degli attrezzi da giardino ma non solo, su su fino a un impiego polivalente, ad esempio come spazio giochi, lavanderia o addirittura piccolo bungalow.
I prezzi, rispetto a quindici anni fa, sono calati perché la base della clientela (oggi schiacciata verso gli estremi, tra chi si accontenta dell’essenziale e chi è alla ricerca dell’optimum) si è comunque allargata e molti di questi prodotti che prima si trovavano in qualche negozio specializzato, oggi sono entrati a far parte di un processo di industrializzazione e dei circuiti della grande distribuzione che li ha resi più popolari.
Ma cosa è importante sapere prima dell’acquisto? Uno dei primi consigli, per chi volesse acquistare una casetta (o altre strutture del genere), è di far caso se il legno ha subito un trattamento con autoclave, un procedimento questo di impregnazione chimica che permette di ottenere un elevato grado di resistenza agli attacchi di funghi, muffe e marcescenze: ideale per difendersi dagli agenti atmosferici. In caso positivo sarà sufficiente una manutenzione periodica per ravvivare il colore che i processi di ossidazione fanno ingrigire e, ogni tanto, passare a un trattamento più profondo con prodotti protettivi. Prima di preoccuparci delle rifiniture, è bene verificare lo spessore delle pareti (mediamente dai 15 ai 45 millimetri) senza dimenticare di annotare l’altezza che potrebbe non bastare per contenere gli attrezzi in una casetta. Bisogna poi sapere che il manufatto non va posizionato direttamente sul terreno ma ancorato a una base solida, e che può essere richiesto un permesso dall’Ufficio tecnico comunale, a seconda della normativa vigente in ciascuna amministrazione locale, per procedere. Qualsiasi copertura fissa, infatti, si può considerare un aumento di cubatura e gli stessi regolamenti condominali possono frapporre ostacoli se, ad esempio, la copertura cela la visuale al condomino.
Passando alla pergola, il suo ritorno si lega alla tendenza ad esportare negli spazi esterni dell’abitazione il proprio stile di vita, compresi i mobili magari fatti di resina per resistere più a lungo. Si afferma un nuovo gusto di vivere all’aria aperta che confina, talvolta, con il pollice verde e l’ecologia, da cui la valorizzazione di accessori da giardino anche molto umili quali possono essere un pozzo in legno per la raccolta di acqua piovana o una serra per sementi rigorosamente in stile rustico.
Tornando a pergole e pompeiane, pochi sanno che oggi si trovano in vendita addirittura in kit completi di ferramenta (piastre e tasselli di fissaggio delle colonne alla pavimentazione) adattabili all’occorrenza da appassionati del fai da te oppure da far montare, per sicurezza, da qualche esperto. Esistono soluzioni per tutte le esigenze: dalla copertura in legno massello o lamellare, alle tegole canadesi, al rivestimento in tessuto inglobato nella struttura e richiudibile a pacchetto, fino alle tende mobili scorrevoli sui fianchi e alla chiusura stessa con pareti in pvc o policarbonato.
Una volta predisposto e arredato lo spazio esterno, subentra la necessità di illuminarlo e qui le novità sono molte: da una parte il diffondersi delle luci a led che si prestano a un‘illuminazione di tipo complementare (segnapassi, decorazioni d’ambiente), dall’altra la crescita del fotovoltaico che ha portato a veri e propri mini-impianti con pannelli al silicio completi di batteria e accumulatore. Si montano facilmente, ad esempio sul tetto di una casetta, per produrre una luce da 12 volt con un’autonomia di circa mezzora e tanta, ma tanta soddisfazione per aver fatto tutto da soli, con l’aiuto del sole.