Da Coop controlli, vigilanza e ricerche
"Molto più di quanto prevedono le norme"
Su frodi e sofisticazioni alimentari è allarme continuo, perciò guai ad abbassare la guardia. È questo l’imperativo di Coop, il cui impegno sui temi della difesa della salute del consumatore e dell’ambiente non rappresentano un’iniziativa commerciale dell’ultima ora.
Una storia "antica" di fatti concreti: oltre alle attività di presidio dell’intera filiera produttiva che fin dagli anni Ottanta contraddistinguono i prodotti a marchio Coop, anche un’intensa attività di controllo sulle merci acquistate per migliorare sempre di più la qualità dei prodotti in assortimento. E per le merceologie più delicate, come carni, ortofrutta, latticini, surgelati, vino, olio, nonché per i prodotti di primo prezzo, si aggiungono analisi a campione e ispezioni negli stabilimenti.
Coop inizia il controllo con la selezione reale dei produttori, delle materie prime per l’alimentazione degli animali, insomma un controllo veramente "dal campo alla tavola". E gli standard sono più restrittivi di quelli previsti per legge: no coloranti (presenti in prodotti della concorrenza), no additivi a rischio, 50 per cento del limite di legge su micotossine, produzione integrata e residui inferiori al 30 per cento anche nei prodotti industriali, no ogm nei prodotti e nell’alimentazione animale.
«Coop collabora con le eccellenze del mondo della ricerca scientifica, per individuare sempre nuove metodologie d’indagine, per assicurare da una parte la genuinità, la salubrità, la sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti in assortimento e, dall’altra, per sensibilizzare sempre di più il mondo produttivo sulle tematiche di tutela dei consumatori sostenute da Coop – afferma Claudio Mazzini, responsabile Innovazione e Valori della Direzione Qualità di Coop Italia –. E il tema dei rischi emergenti e delle frodi è per Coop così importante che dal 2010 sta finanziando un assegno di ricerca sul tema "autenticità e sofisticazioni" perché non sempre le metodiche di analisi standard sono in grado di rilevare il problema.
In sostanza – prosegue Mazzini – abbiamo affidato a un pool di enti di ricerca lo sviluppo e/o la standardizzazione di nuovi metodi di analisi e abbiamo incaricato l’Università di Udine e in particolare il professor Conte, direttore del Dipartimento di Scienze degli alimenti (già impegnato presso l’Ispettorato repressione frodi a Bologna) che fa da capofila degli altri Enti coinvolti».
Dunque, oltre all’attività "classica" di controllo e repressione delle frodi, Coop investe nella gestione dei rischi emergenti e nella ricerca identificando altri parametri, oltre quelli di legge, che permettano di definire degli standard migliorativi dei prodotti, così come è stato fatto con l’olio extravergine in collaborazione con il Dipartimento di Scienze degli alimenti dell’Università di Bologna: un parametro inserito da due anni nei capitolati Coop che adesso è previsto anche dalle normative.
E la cura dell’etichetta appunto lo dimostra: dalle informazioni leggibili – meglio rinunciare a qualcosa, ma quello che viene scritto deve essere chiaro – alle indicazioni sulla conservazione in casa (anche le modalità da seguire una volta aperta la confezione); da una serie di dati aggiuntivi espressi da simboli, i cosiddetti "pittogrammi", come l’Approvato dai soci sui prodotti che hanno passato il vaglio dei soci-consumatori, fino al marchio "margherita" dei prodotti Ecolabel che rispettano i disciplinari europei e quindi garantiscono un ridotto impatto ambientale per tutto il "cammino" del prodotto. A chiare lettere per tutelare al massimo i consumatori.