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Coop, il latte, l’allattamento e…

Coop, il latte, l’allattamento e…

Rispetto all’articolo sul latte e su alcuni suoi derivati (nel numero di febbraio) volevo chiedervi una valutazione sul latte vaccino da un punto di vista nutrizionale. In secondo luogo volevo sapere come Coop affronta il tema del benessere degli animali d’allevamento destinati a produrre latte?
Imma Piccolo – Brindisi
Sul tema latte ci hanno scritto anche Loredana Versaci, Manuela Gombolo, Costanza Troini, Alice Tondo

Risponde Claudio Mazzini
responsabile sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia:
Prima di parlare di latte vaccino, è importante una premessa, e cioè che per quanto attiene gli aspetti nutrizionali, Coop da sempre sostiene l’allattamento al seno materno (vedi http://www.e-coop.it/CoopRepository/COOP/CoopItalia/file/fil00000072922.pdf alla pagina 11, punto 1).
Detto questo, è un punto fermo che, tra tutti i cibi, il latte vaccino sia un elemento centrale nell’alimentazione e sia assolutamente insostituibile. L’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti) raccomanda il consumo di latte, soprattutto dall’infanzia fino ai 35 anni, età in cui si arriva al cosiddetto picco osseo.
Anche oltre questo limite anagrafico l’assunzione comporta benefici; se osserviamo le donne in menopausa, momento della vita in cui è maggiore la probabilità di essere colpite dall’osteoporosi, noteremo che questa malattia si manifesta maggiormente in quella popolazione che in gioventù ha bevuto minori quantitativi di latte. Partendo dalla più aggiornata piramide alimentare, il nutrizionista consiglia di bere almeno due porzioni quotidiane di latte da 125 grammi ognuna, o in alternativa, una di latte e una di yogurt, rispettando quest’abitudine ogni giorno, per tutta la vita. Purtroppo però a differenza dei cugini tedeschi e inglesi, gli italiani bevono meno latte di quanto dovrebbero, privilegiando bevande che dal punto di vista salutistico nulla hanno da spartire con questo alimento d’eccellenza.
E veniamo al tema del benessere animale, sul quale, dagli anni ‘60 si è registrata una crescente presa di coscienza. A livello europeo sono state definite una serie di direttive e regolamenti, nella consapevolezza che questo aspetto ha un peso notevole sulla buona salute degli animali, sulla qualità e sulla salubrità dei prodotti che da essi derivano. Il mondo della ricerca, da tempo, lavora per definire degli standard e per sviluppare dei protocolli di valutazione.
Coop, fin dal 2007, ha pubblicato propri Disciplinari di benessere sulle filiere di suino, vitello, vacche da latte e avicoli, contenenti indicazioni precise cui devono attenersi le aziende fornitrici. Nel corso del 2008 è stata attivata una convenzione con l’Istituto zoo profilattico di Brescia, che è anche il Centro di Referenza Nazionale per il benessere animale. Tale convenzione prevede la condivisione dei Disciplinari da parte del Centro di referenza e l’attivazione controlli in allevamento per valutare e migliorare i disciplinari Coop.
Per quanto riguarda i bovini da latte, oltre alle strutture di allevamento, gli aspetti considerati nel sistema di valutazione Coop del benessere animale fanno riferimento: al personale di stalla, alla possibilità di movimento, alle strutture, ai contatti sociali, al comportamento, ai parametri sanitari e microclimatici ecc. Normalmente il vitello, dopo il parto, viene allontanato dalla madre nelle 24 ore dopo la nascita, soprattutto per evitare la trasmissione di malattie e per ridurre lo stress di una separazione tardiva. Le femmine restano poi all’interno dell’allevamento di nascita e vanno a costituire la nuova generazione delle lattifere.

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