Coop dalla parte dei prodotti italiani
Ho letto delle nuove norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Conoscere la provenienza dei prodotti è importante, ma volevo sapere cosa fa Coop per favorire le produzioni italiane?
Rina Roversi – Castelfidardo
Risponde Claudio Mazzini
responsabile innovazione e valori di Coop Italia:
Come riferiamo in un servizio più approfondito nelle pagine seguenti, Coop vede positivamente l’approvazione dell’indicazione d’origine delle materie prime in etichetta ed è, già da anni, impegnata a rendere più trasparenti le filiere, fornendo maggiori informazioni ai soci e consumatori. Coop ritiene però che l’origine sia un’informazione necessaria ma non sufficiente, perché ancora più importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti. Veniamo ora al discorso sulle produzioni italiane, già più volte affrontato su queste pagine. Da sempre la base della politica d’acquisto per le nostre filiere e per grandi volumi, non abbiamo su questo un approccio solo di “immagine”, come molti altri fanno, ma una strategia di sviluppo ed efficienza nel rispetto della missione che è propria delle Cooperative di Consumatori.
Coop ha sempre privilegiato il rapporto con fornitori nazionali sia nella sua politica di acquisti sia nello sviluppo del proprio prodotto a marchio esaltando le produzioni nazionali all’interno del proprio marchio.
In particolare, oggi il Prodotto Coop rappresenta il 26% del totale vendite alimentari di Coop e sviluppa un fatturato di 2.700 milioni di euro, che fa del prodotto a marchio una delle prime 4 grandi imprese alimentari italiane.
Per la realizzazione dei prodotti a marchio Coop si avvale per il 90% di fornitori italiani, di cui il 35% appartenenti al mondo cooperativo. In totale sono oltre 15.000 le aziende agricole italiane coinvolte nei processi di produzione.
L’impegno di Coop, anche al di là del prodotto a marchio, si è rivolto soprattutto allo sviluppo degli acquisti di prodotti italiani, in particolare nei freschissimi.
Pur in un contesto particolarmente difficile per l’agricoltura italiana, Coop ha continuato a sviluppare politiche di filiera nazionali: il 94% delle carni (oltre 750 milioni di euro) e l’80% dell’ortofrutta (oltre 550 milioni di euro) acquistate da Coop provengono da fornitori italiani, così come il latte; tutto il latte fresco ad alta qualità e parzialmente scremato così come il microfiltrato di filiera e biologico (oltre 36,6 milioni) proviene esclusivamente da allevatori Italiani.
Infine proprio con lo scopo di far sì che anche le piccole, spesso piccolissime, produzioni d’eccellenza in Italia arrivino sugli scaffali dei punti vendita e siano così conosciute e apprezzate dai consumatori italiani, Coop, quando ancora non era di moda, ha sottoscritto un accordo con la fondazione Slow Food.
Nessuno come Coop , numeri alla mano, aiuta l’agricoltura italiana. Ciò detto non sempre è possibile utilizzare esclusivamente prodotti e produttori nazionali ed è giusto ricordare che, come sistema Italia, siamo purtroppo deficitari in molti settori, ne cito alcuni, latte, grano, carne suina, ecc. Qui, senza significative importazioni dall’estero, non saremmo in grado di garantire gli attuali livelli di consumo. Inoltre non va dimenticato che l’Italia in molti casi ha eccellenze industriali nella prima trasformazione, ad esempio la pasta, dove di fatto esportiamo prodotto finito che deriva da materie prime estere. In questo giro il valore aggiunto rimane in Italia e l’indicazione dell’origine delle materie prime è una atto di trasparenza e chiarezza dovuto.