Coop, clementine senza sfruttamento
Mangiando arance e clementine durante l’inverno mi sono più volte chiesto quale sia la situazione di chi raccoglie questa frutta, specie degli immigrati. E Coop cosa fa?
Rosaria De Nardo – Treviso
Risponde Claudio Mazzini
responsabile sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia:
Il tema dell’immigrazione e soprattutto dello sfruttamento di migliaia di lavoratori stranieri, in parte clandestini, che vengono impegnati nelle campagne del sud per effettuare la raccolta stagionale di frutta e verdura è da anni alla nostra attenzione.
Già in passato su Consumatori ci siamo occupati di questo tema, raccontando le denunce e il prezioso lavoro di Medici senza frontiere e spiegando cosa fa Coop, catena che privilegia prodotti italiani e che avendo rapporti con decine e decine di produttori di tutte le regioni ha da tempo messo in campo numerose misure su questo versante.
Il punto di partenza dell’azione di Coop Italia per combattere sfruttamento e lavoro nero è stata la decisione di certificarsi secondo lo schema SA8000, impegnandosi affinché le produzioni a marchio Coop fossero realizzate nel rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori – salariali e contrattuali – con la tutela contro lo sfruttamento dei minori, il rispetto della sicurezza e della salubrità sul posto di lavoro. Questo vale anche per i nostri fornitori e per i fornitori dei nostri fornitori su tutte le linee di prodotto a marchio e su tutto l’agroalimentare, fresco e trasformato. Nel 2006 – anche a seguito delle indagini effettuate da Medici senza frontiere e alla denuncia delle spaventose condizioni di vita degli immigrati abbiamo cominciato a chiedere esplicitamente l’impegno dei nostri fornitori nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Quindi come sempre fa Coop si è proceduto nel coinvolgimento dell’intera filiera produttiva partendo da chi trasforma/confeziona i prodotti. Questi si rendono responsabili verso Coop della selezione e del controllo delle singole aziende agricole sulla base loro reputazione, sull’assenza di condanne o sanzioni relative ai diritti del lavoro, sulla capacità di rendere evidente il rapporto fra quantità di prodotto fornito e quantità di mano d’opera utilizzata. Le aziende agricole firmano poi un documento di responsabilità che in caso di mancato rispetto delle condizioni comporta la sospensione dalla fornitura Coop.
Fin dal 2009, sono state effettuate verifiche approfondite nel settore fragole, pomodori da tavola, clementine, con risultati che hanno evidenziato da un lato la possibilità di effettuare importanti interventi di miglioramento; dall’altro gli stessi produttori si sono mostrati consapevoli dei problemi e disposti ad adempiere agli obblighi sul pieno rispetto dei contratti collettivi di lavoro e sulla salute e sicurezza dei siti.
Nel 2010 è stato ulteriormente intensificato il presidio sulla filiera delle clementine in Calabria anche in ragione dei gravi scontri che si verificano nella zona di Gioia Tauro e specie a Rosarno. Coop già da tempo aveva deciso di spostare la quasi totalità della produzione delle clementine a marchio in una zona diversa e più sicura sia per gli aspetti qualitativi del prodotto sia per quelli sociali. Anche in questa annata 2011/2012 abbiamo proseguito con le verifiche e col rilevare e risolvere i problemi che eventualmente si presentano, a conferma dell’impegno continuo di Coop su questo fronte.