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Chi di voi mi farà bella?

Chi di voi mi farà bella?

Per sentirsi più belli gli italiani, uomini e donne, spendono in media 154 euro all'anno. Ma servono davvero prodotti cosmetici, creme per il viso e il corpo? Sentiamo gli esperti

L'estate fa scattare l’ora X. Dimagrire, ringiovanire, abbronzarsi, depilarsi diventano imperativi categorici. Ragazze e donne di tutte le età si affannano alla ricerca di una perfezione che è impossibile da raggiungere, e perciò frustrante da progettare. E di fronte al bisogno di farsi belle, non c’è risparmio che tenga.
Il giro d’affari del settore, a fine 2010, ha toccato i 9.300 milioni di euro con una crescita attesa, per i primi sei mesi del 2011 (dati Unipro), dell’1,3%. Il consumo medio annuo (sempre nel 2010) è di 154 euro pro capite (ma si va dai 213 euro di Forlì ai 97 di Frosinone): si spende di più per il corpo (16,7%) e per il viso (15,5%), meno per mani (2,7%) e labbra (3,3%). La parte del leone la fanno ovviamente le donne: il 72,4% del mercato deriva dal consumo di prodotti dedicati alla bellezza femminile. Insomma il settore della cosmesi non conosce crisi, e forse proprio quando le certezze diminuiscono, le persone sono indotte a cercare gratificazioni – non sempre a buon mercato, non sempre innocue – in un prodotto di bellezza. Dunque si compra un cosmetico molto spesso in modo compulsivo, irrazionale, magari convinte da una pubblicità accattivante e da visi perfetti (tra l’altro, quasi sempre ritoccato col photoshop, e perciò irreale).
Ma vale la pena ragionarci, sui cosmetici. E anche su noi stesse. Perché secondo la dermatologa Stefania Seidenari – direttrice della Clinica Dermatologica di Modena, le regole per avere una bella pelle – e non farla invecchiare – hanno molto a che fare con lo stile di vita e poco con le creme. "La prima regola è prendere poco sole, fin da piccoli. Il sole danneggia moltissimo la pelle. I solari aiutano, certo, ma vanno usati correttamente e non sempre accade. Perciò il consiglio è: limitare l’esposizione. Poi la seconda regola è avere un’alimentazione sana. Oggi la ricerca lavora per far penetrare nel derma sostanze antiossidanti normalmente presenti nella frutta e nella verdura fresche. Insomma, si può aiutare la pelle anche da dentro, non solo da fuori. La vitamina C, ad esempio, è importantissima, perché stimola la produzione di collagene che è il sostegno naturale della pelle. Lo osserviamo anche in laboratorio: aggiungendo vitamina C le cellule raddoppiano la loro capacità di riprodursi". E tutti i soldi che spendiamo in creme? Sono proprio buttati? "Assolutamente no! Dobbiamo idratare da una parte e dall’altra rigenerarla, la nostra pelle. Perciò scegliamo creme di buona qualità, diffidiamo delle creme eccessivamente costose, ma anche di quelle troppo a buon mercato. E ricordiamoci di leggere le etichette, per controllare gli ingredienti".
Già, all’attenta lettura dell’etichetta non si sfugge, né per gli alimenti, né per i cosmetici. Anche perché certe sostanze possono essere davvero rischiose, per talune persone particolarmente sensibili. "Anche se non siamo tutti uguali: una certa sostanza chimica può dare fastidio a taluni individui, ma non a tutti", spiega Seidenari. E allora, cosa acquistare per non correre rischi? "Bisogna evitare cosmetici che contengono nichel, e anche certi conservanti: sia quelli della famiglia degli isotiazolinoni, che i parabeni".
C’è poi da sapere – come ci suggerisce la dermatologa – che nel campo dei ritrovati cosmetici non si sono fatte grandi scoperte, ultimamente. Diffidare dunque delle pubblicità che raccontano le mirabolanti virtù di sostanze antietà di ultima generazione perché – gira e rigira – gli ingredienti utilizzati in cosmesi sono sempre gli stessi. "Ovvero antiossidanti – spiega la professoressa Seidenari – soprattutto vitamina C ed E. Oggi la vera innovazione, in cosmetologia, è fare in modo che gli antiossidanti penetrino nell’epidermide e arrivino fino al derma, per esplicare le loro funzioni rigenerative là dove serve. Se il nostro antiossidante – la cui efficacia è data per scontata – è riuscito ad arrivare al target e a rigenerare il collagene, oggi riusciamo a testarlo – ovviamente sull’uomo! – attraverso l’ecografia cutanea o il microscopio ai multifotoni".
L’altra bestia nera della donna, nell’era in cui la prova costume ha assunto la drammaticità del giorno del giudizio, è la cellulite. Il settore anticellulite è tra quelli (secondo i dati Unipro), in costante crescita e dunque la maggioranza delle donne ha in bagno un tubo d’unguento che promette di far diminuire l’odiosa pelle a materasso. Promesse mantenute? "Ci sono alcuni presidi medici – spiega la professoressa Seidenari – che funzionano davvero. Ovvero contengono ingredienti di provata efficacia che riescono a combattere il ristagno dei liquidi che si annidano nei tessuti scarsamente vascolarizzati, tipicamente cellulitici. Ma, soprendentemente, anche i cosmetici funzionano. Solo che non sappiamo perché. Mi spiego: dipenderà dalla crema, o piuttosto dall’automassaggio quotidiano, che sappiamo essere utile perché riattiva la circolazione e smuove i liquidi? Oppure dal fatto che – oltre ad aver comprato la crema – facciamo più attenzione all’alimentazione e ci muoviamo di più? Quello che voglio dire è che di solito le persone mettono in atto tutte queste strategie contemporaneamente, quando decidono di intervenire per risolvere un problema. E quindi il merito del miglioramento non può essere attribuito solo alla crema".
Poi ci sono le macchine snellenti, che promettono la riduzione di centimetri e che, per combattere la cellulite, si basano sull'intervento a livello cellulare: quelli a ultrasuoni cercano di provocare la rottura dei lipociti e la fuoriuscita di grassi, che però poi possono finire in altri lipociti (specie se non si cambia alimentazione); quelli con massaggio meccanico o pressione, lavorano per rimuovere i liquidi trattenuti con la ritenzione e se non altro riattivano la circolazione. I costi in questo caso non sono quelli di una crema, ma possono raggungere anche i 600-1.000 euro, poichè mediamente c’è bisogno di più sedute di trattamento che mediamente costano 80-100 euro l’una. I risultati possono essere quelli attesi se – anche in questo caso – si cambia stile di vita, ci si muove di più e ci si alimenta meglio.   
 



Silvia Fabbri

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