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Canne al vento

Canne al vento

Ecco come si evolve la pesca sportiva e qual'è l'attrezzatura minima che serve per lanciarsi in una nuova avventura

Diversamente dallo stereotipo del pescatore fermo immobile ad aspettare la mangiata, la pesca sportiva è un’attività in continuo fermento. Un po’ come la cucina. I “piatti forti” del momento altro non sono che il frutto di precedenti contaminazioni.
Così si spiegano tecniche fino a ieri poco conosciute e oggi praticate dai numerosissimi appassionati: 1.300.000 quelli italiani secondo stime ACN Nielsen CPS Panel Survey, di cui il 75% pescatori d’acqua salata (ma la fotografia esatta dell’attività ricreativa in mare uscirà da un censimento in corso da parte del ministero che ha reso obbligatoria l’iscrizione). Lo scambio con  i colleghi inglesi e francesi avviene durante i meeting agonistici. Ma anche Internet da una parte, e l’immigrazione (soprattutto dai paesi dell’est) dall’altra stanno cambiando velocemente la cultura e la fisionomia del pescatore italiano, le sue abitudini e le sue attrezzature.
Prendiamo ad esempio la canna roubaisienne, da Roubaix, città francese, molto lunga e tenuta appoggiata sulla gamba. O quella all’inglese, che si usa con il filo semi sommerso in acqua per non far sentire il vento al galleggiante. Entrambe si sono affermate negli anni Novanta. Le più amate di questo millennio sono invece: in mare, le canne a lancio dalla riva per il surf casting e il beach ledgering; nelle acque dolci, tutto l’armamentario per il carp fishing, tecnica originaria del Nord Europa dove il “catch and release” (cattura e rilascio del pesce vivo dopo la foto ricordo) è la norma. Gruppi di amici usano organizzare battute prevalentemente notturne di diversi giorni (enduro) con tenda e lettino al seguito, più braciolata.
Ma cosa deve avere un buon pescatore oltre ad abilità e fortuna? La premessa è che nel mercato troviamo di tutto, con tendenza anche qui alla riduzione della fascia media nelle scelte della clientela. Il punto di partenza comune è l’acquisto di una o più canne adatte al tipo di pesca che si vuol fare. La scelta è vastissima. Basti pensare che ai mondiali di pesca sportiva che si disputeranno in Italia (vedi box), sono state codificate ben 26 diverse discipline. Le canne in fibra di vetro sono sempre meno. Ormai sono tutte in fibra di carbonio a resistenza più o meno alta. Quelle rigide vengono preferite dai garisti chiamati a recuperare in fretta il pesce, ma rischiano di rompersi; quelle da lancio richiedono una maggiore elasticità. Vanno provate per accertarsi che siano bilanciate e non pendano troppo in avanti. Un risultato, questo, che si ottiene aumentando il diametro del calcio della canna, ma attenzione: il peso potrebbe farsi eccessivo. E la lunghezza?
La regola generale è che deve essere tanto minore quanto maggiore è la distanza che si vuole raggiungere lanciando. Se le vostre prede nuotano lontano dalla riva, allora fate caso anche alla qualità degli anelli scorri-filo che potrebbero surriscaldare troppo il filo stesso logorandolo anzitempo. E cercate un buon mulinello. Per essere tale deve contrastare la forza dei pesci più grossi e combattivi stancandoli grazie a una frizione efficace, possibilmente posteriore per la pesca a galleggiante, e a un accesso comodo alla leva di sblocco dell’antiritorno (quella che permette alla manovella di ruotare in entrambe le direzioni mantenendo il filo sempre in tensione).
Una canna, poi, si porta dietro molti accessori: poggiacanna, salva anelli, ami, galleggianti, prolunghe e così via. Se vi aggiungiamo l’abbigliamento, sempre più tecnico, e le attrezzature per l’outdoor, ecco che il prezzo lievita in fretta. Per questo la compravendita si sta spostando online dove esiste un florido mercato dell’usato (http://www.hobbypesca.com; http://segretidellapesca.blogspot.com; http://www.pianetapesca.it) con il solito problema: o si conosce bene il prodotto che si cerca, o ci si deve fidare. Con il rischio è di “abboccare” come i pesci…

 

Un po' di prezzi

– canna all’inglese: da 70 a 300 euro
– canna alla bolognese: da 10 a 500 euro
– canna roubaisienne: da 200 a 4.000 euro
– mulinello di fascia media: 100-200 euro
– mulinello di fascia alta: 500-700 euro
– gilet a grandi tasche: 25 euro
– giacca in tessuto idrorepellente: 60 euro
– tenda da carp fishing (predisposta a contenere il lettino, con fondo staccabile dove il campeggio non è consentito): 160-200 euro
– licenza annuale per acque interne, costo deciso dalle Regioni (20-30 euro)
– registrazione on line per la pesca ricreativa in mare, sul sito del ministero

I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

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