Bici su misura
Si apre la stagione delle pedalate all'aria aperta. Ecco una guida tra i diversi modelli: dalle city bike alle olandesine
Da marzo a settebre è la stagione della bicicletta, bene "prezioso" per la salute, l’umore, l’ambiente. Gli operatori si aspettano una tendenza al vintage (tornano le olandesine) e una ripresa per la bici da trekking, utile in città come in campagna o al mare. Per i ragazzi, il ritorno della Bmx sulla spinta di Striscia la notizia e di altri programmi tv. Nella scelta dei telai e delle ruote pare avanzare il piccolo e leggero mentre nella componentistica si diffonde la dinamo nel mozzo, da decenni venduta nel Nord Europa, che genera corrente anche sotto la pioggia e ha un minore attrito.
Il mercato propone una gamma infinita di due ruote tagliate su misura per età, gusti e abitudini e rinominate spesso in inglese. Si comincia dalle bici per bambini, di taglia progressiva, con personaggi su licenza o a tema, e dalle piccole acrobatiche Bmx. Per approdare, poi, dalle city bike (bici da città) alle fitness bike (per tenersi in forma); dalle mountain bike (per il ciclo-escursionismo) alle trekking (per passeggiate fuori porta); dalle racing (da corsa) alle free time (per il tempo libero), fino alle biciclette a pedalata assistita da una batteria ricaricabile (elettrica, fotovoltaica, ecc.). Non ultime le compatte pieghevoli che, richiudibili in pochi secondi grazie a dispositivi a serraggio rapido, riassumono al meglio quel bisogno insopprimibile di libertà e di movimento compresso dal traffico urbano.
Al di là di tutto, sebbene le tecnologie innovative e originali costituiscano oggi un criterio di scelta anche per il cicloamatore, le parti importanti di una bicicletta restano le medesime di sempre: i materiali, il telaio, i freni, la forcella, il cambio. Se prendiano una mountain bike (abbreviata Mtb), in flessione di vendite ma "cantiere" per le sperimentazioni, capiamo bene la differenza tra l’acciaio e l’alluminio.
Quest’ultimo non arrugginisce, è più leggero e resistente ma anche più rigido. Ancora più resistenti (e costosi) il titanio e la fibra di carbonio che fanno però schizzare i prezzi di un velocipede (che partono dai 150-200 euro) oltre il tetto dei 1.500 euro. Ovviamente accanto alla lega il biker (possessore di Mtb) deve decidere subito anche la misura del suo mezzo. Come? Guardando la lunghezza del tubo del telaio: si va dai 17 pollici o meno per chi non raggiunge il metro e 70 di altezza, ai 22-23 pollici per chi supera il metro e 90.
Molto importanti ovviamente sono anche i freni. Quelli a disco rappresentano l’optimum per le Mtb altrimenti dette rampichini: insensibili all’acqua e al fango profondo, agiscono tramite un sistema idraulico (da preferire) o meccanico che blocca la ruota posteriore per chiudere al meglio le curve. In alternativa esistono i V-brake (freni a V), più economici, usati anche nelle city bike, sorta di potenti pinze che "addentano" il cerchione. I rampichini più vecchi montano invece il cantilever, un altro congegno che evita l’accumulo di fango tra freno e ruota.
Decisiva per sostenere il peso corporeo e assorbire l’impatto con la strada è la forcella. Non c’è solo rigida. Sempre più comuni, soprattutto per il grado di comfort che offrono, sono le Mtb front (ammortizzate davanti) e full (biammortizzate), queste ultime più care ma anche più ambite. E il cambio? Con manopola rotante o del tipo push-pull (a grilletto), dev’essere comunque preciso e di facile impiego, senza strafare. Qualche accenno adesso alle ruote. Nei viaggi lunghi portatevi dietro un kit di riparazione per le ruote a camera d’aria, o, se sono tubeless (e perciò soggette a tagli irrimediabili) un’intera camera d’aria da inserire all’occorrenza all’interno dello pneumatico. Chi pratica un fuoristrada leggero fa bene a usare un battistrada poco pronunciato, più scorrevole. E infine la sella. Va stretta e non molleggiata. È una regola generale perché il "mal di chiappe" dipende dalla muscolatura poco allenata, mica dalla sella…