Banda larga, Italia in serie B
La relazione annuale di Agcom: il 39% dei cittadini senza l'Adsl
In Finlandia la banda larga è un diritto sancito dalla legge. In Italia, invece, il 39% dei cittadini non ha Internet veloce. Lo ha denunciato Corrado Calabrò, presidente di Agcom, nella sua consueta relazione annuale. "L’Italia, sulla banda larga, è sull’orlo della retrocessione in serie B", ha detto il presidente, lanciando l’allarme sull’immediato futuro del servizio di connettività italiano. Se le previsioni sono fosche lo è ancora di più lo stato delle cose. Come illustrato dallo stesso Calabrò, "la percentuale di abitazioni connesse alla banda larga è inferiore al 50 per cento, a fronte di una media europea del 61 per cento". A questo si aggiunge circa il 18 per cento della popolazione servita da adsl sotto i 2 mbit al secondo". Questa situazione "potrebbe anche precludere all’Italia la possibilità di estendere il servizio universale alla banda larga".
Secondo quanto illustrato da Calabrò, l’Italia delle tlc funzionerebbe ormai a doppia velocità, a partire dai 12 milioni di cittadini che navigano grazie alla grande diffusione della telefonia mobile. Oltre 6 milioni le chiavette attive nel primo trimestre, mentre il valore complessivo del mercato del mobile Internet ha raggiunto a fine 2010 un valore di oltre 1.100 miliardi di euro, il 7 per cento in più rispetto all’anno precedente. Nella rete fissa, invece, la situazione è più stagnante. La penetrazione del 22 per cento della banda larga fissa migliora il dato del 20,6 per cento dello scorso anno, ma rimane indietro rispetto alla media UE del 26,6 per cento.
Pure gli ottimi risultati raggiunti dalla connessione in mobilità sembrano minacciati da un intasamento delle reti, a meno che gli operatori non riescano ad ottenere nuove frequenze.
Calabrò ha anche sottolineato che gli italiani sono tra i primi utilizzatori al mondo di Facebook, che negli ultimi due anni ha visto raddoppiare il numero complessivo di utenti tricolore: da 11 a 20 milioni. Per non parlare del tempo medio trascorso tra bacheche e profili, addirittura di 9 ore e mezza per utente. "I comportamenti personali ne risultano fortemente influenzati – ha concluso il presidente di Agcom – alla riservatezza è subentrata l’ostensione, e talora l’ostentazione, dell’intimità. La sfera privata è di dominio pubblico".
Silvia Fabbri