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Alle origini della democrazia

Il Comitato di Liberazione Nazionale a Modena

"Nel momento in cui il nazismo tenta di restaurare in Roma e in Italia il suo alleato fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di liberazione nazionale, per chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza per riconquistare all'Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni”.  Con questa mozione – e nel vuoto d'autorità che seguì la firma dell'armistizio con gli angloamericani – nacque a Roma il 9 settembre 1943 il Comitato di Liberazione Nazionale, con lo scopo di condurre la guerra di liberazione al fianco degli Alleati. Le diverse forze politiche antifasciste, organizzate capillarmente in comitati regionali e provinciali, operarono clandestinamente durante la Resistenza per poi assumere funzioni di governo nei giorni dell'insurrezione. Il Comitato di liberazione nazionale provinciale di Modena nacque nell'ottobre 1943, per iniziativa dell'avvocato Alfonso Tacoli, ed era formato da Alessandro Coppi per la Democrazia cristiana, Luigi Benedetti per il Partito comunista, poi sostituito da Vincenzo Pagani, Roberto Salvini per il Partito d'azione, Alvaro Fornieri per il Partito socialista di unità proletaria. Nei primi mesi di vita, l'azione del Clnp fu essenzialmente propagandistica, a mezzo volantini e stampa, per invitare alla renitenza giovani, appartenenti della disciolta Milizia fascista e sbandati dell'ex regio esercito. In un secondo momento la propaganda fu rivolta a operai, contadini e braccianti, invitati a non aderire al reclutamento della manodopera coatta da inviare in Germania e a sabotare la trebbiatura e la produzione bellica nelle fabbriche. A dicembre 1943 si concretizzò l'impegno del Clnp sul versante della lotta armata, con la creazione di un Comitato militare composto dal comunista Osvaldo Poppi, dall'azionista Leonida Patrignani e dal democristiano Ermanno Gorrieri. Le difficoltà ad impostare una linea unitaria sull'inizio della lotta armata e il fallimento della spedizione “Bandiera”, tentativo di creare una formazione partigiana interpartitica, impedirono al Clnp di essere l'effettivo organo di indirizzo della lotta di liberazione in provincia. Nel marzo 1945, sul finire della guerra, si iniziarono a porre le basi per la transizione da un organismo di carattere prevalentemente militare ad un organo di governo, in vista dell'imminente Liberazione. L'allargamento del Comitato ai  rappresentanti dei combattenti e ai liberali, nonché il riconoscimento delle organizzazioni di massa (Gruppi di difesa della donna, Fronte della gioventù, comitati sindacali e Cln di categoria), così come la designazione degli amministratori destinati a governare una volta finita la guerra, indicano che il Cln si stava preparando ad assumere tutti i poteri di governo. Gli accordi presi furono rispettati all'indomani della Liberazione di Modena: il democristiano Alfonso Tacoli divenne prefetto, l'anziano socialista Gregorio Agnini presidente della Deputazione provinciale, il comunista Alfeo Corassori sindaco di Modena, l'azionista Oscar Righi questore. Il 2 giugno 1945 si insediò la prima giunta comunale democratica indicata dal Clnp, che si impegnò a far fronte alle emergenze più pressanti approntando un piano per la ricostruzione. Il Clnp non esaurì i suoi compiti all'indomani della Liberazione, ricoprendo per mesi un ruolo cruciale come interlocutore del Governo militare alleato e di tutte le reti di poteri locali, come sottolineò il presidente del Cln modenese Aldo Coppi allo scioglimento dell'organismo: “Quando tutto era andato in pezzi, l'esistenza di organismi investiti di  autorità (superfluo discutere se di diritto o di fatto) rappresentò in moltissimi casi una garanzia, relativa finché si vuole, ma pur sempre una garanzia. I Cln non evitarono molti disordini, ma ci salvarono dal caos”.
(a cura di Daniela Garutti, dell'Istituto storico di Modena).

Per saperne di più
Giovanni Taurasi: "I CLN da organismi di guerra a organi di governo: il caso di Modena", in "Dopo la liberazione. L'Italia nella transizione tra la guerra e la pace: temi, casi, storiografia", a cura di Inge Botteri, San Zeno Naviglio (BS), Grafo, 2008; www.istitutostorico.com

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