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“Acqua e salute, cosa c’è da sapere”



Acqua e salute:

cosa c’è da sapere


 

La differenza tra quelle in bottiglia e quelle di rubinetto. Quando e a cosa servono le minerali. I problemi legati al gusto e i controlli sugli acquedotti. Parla il professor Alessandro Zanasi, medico idrologo: “Informarsi prima di decidere”

 

Bere e bere in abbondanza perchè fa bene alla salute ed è fondamentale per il nostro organismo. Mediamente abbiamo bisogno di due litri e mezzo d’acqua al giorno, tra quella che beviamo e ciò che introduciamo con i cibi. Soprattutto è importante bere in modo documentato e consapevole, partendo dalle valutazioni che riguardano le esigenze della nostra salute, ma guardando anche all’aspetto economico (perchè l’acqua poco o tanto costa) e senza lasciarsi travolgere dagli slogan pubblicitari. È questa la filosofia che propone ai consumatori un medico come il professor Alessandro Zanasi, farmacologo e idrologo medico dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna nonchè direttore del Museo della Cultura dell’Acqua e delle Acque Minerali di Crodo. Nelle sue valutazioni non entrano gli aspetti legati all’impatto ambientale che sta dietro al consumo di acqua (e che tanto contano nella campagna promossa da Coop), non perchè poco importanti, ma perchè esulano dal suo campo di studio e dalle sue competenze.

 


Acque minerali e scelte ragionate

Ma se questa è la premessa, come fare a orientarsi nella scelta, tra acqua del rubinetto e le decine di altre soluzioni possibili? “Il nostro organismo – spiega Zanasi – normalmente non ha bisogno di acque speciali, per cui il tipo di acqua da bere dipende spesso dai gusti. Se a causa del sapore o per un qualunque altro motivo salutistico, legato all’età o ad altri problemi, non vogliamo bere l’acqua del nostro rubinetto, allora in commercio possiamo trovare 300 marchi di acque minerali, anche molto diverse tra loro: l’acquisto però, il più delle volte, viene erroneamente effettuato in base a sollecitazioni pubblicitarie o alla convenienza economica. Sarebbe opportuno invece fare una “scelta ragionata” visto che il prodotto ha un costo. Non esiste un’acqua migliore di tutte le altre, mentre esiste un’ampia varietà di acque e la scelta non è poi così difficile se ci vengono fornite le giuste informazioni”.

 


Ma cosa esce dal mio acquedotto?

Ripartiamo dall’acqua che esce dal rubinetto di casa. In alcuni casi è accompagnata da una fama non sempre esaltante e da un apprezzamento molto diversificato relativamente al suo sapore. Sono pregiudizi infondati o no? “L’acqua potabile che beviamo – spiega ancora il professor Zanasi – e usiamo per cucinare, distribuita dai rubinetti in Italia, è normalmente di buona qualità e sicura da un punto di vista igienico”. Certo aggiunge il nostro esperto, per le acque di acquedotto è abbastanza difficile fare generalizzazioni: “Il loro sapore dipende da dove vengono, dalle caratteristiche di base, da fattori ambientali come piogge e piene dei fiumi, per non parlare dello stato di salute degli acquedotti o del tipo di trattamenti di potabilizzazione cui vengono sottoposte”.

Questo ovviamente parlando di acque che sono comunque pienamente potabili. Perchè è doveroso ricordare che diverse Regioni (limitatamente ad alcuni comuni del loro territorio) hanno chiesto deroghe, sin qui sempre concesse dal Ministero della salute rispetto ai limiti fissati dalla legge, per poter garantire la potabilità. A volte può trattarsi di cause derivanti dall’eccessiva presenza di sostanze derivanti dall’origine vulcanica del terreno, altre volte di residui della clorazione delle acque stesse, altre volte di problemi legati alle lavorazioni agricole e all’inquinamento.

 


Più trasparenza nel rubinetto

Fondamentale è dunque che un cittadino sappia esattamente cosa gli esce dal rubinetto. Nella maggioranza dei casi si tratta di acque di qualità, rigorosamente controllate e pienamente rispettose dei parametri di legge. Ma non sempre è facile trovare dati trasparenti e chiari, aggiornati tempestivamente e accessibili a tutti. Su questa strada però si stanno muovendo in molti. Sono infatti ben 25 le realtà che aderendo alla campagna “Acqua di rubinetto? Sì, grazie” lanciata da Legambiente e Federutility (per saperne di più vai al sito www.legambiente.eu alla voce “campagne” o su www.federutility.it), si sono impegnate, forti della qualità dell’acqua da loro distribuita e dei controlli effettuati, a favorire la massima trasparenza sulla loro attività. E tra queste aziende ci sono, sì piccole realtà, ma anche giganti come Hera, Acea, Mediterranea acque, Enia, A2A, Acquedotto pugliese che servono milioni di famiglie in diverse regioni.

Tornando invece alle acque minerali, “contrariamente a quanto si sente spesso dire – prosegue Zanasi -, sono altrettanto sicure perchè sottoposte a rigorosi e costanti controlli di qualità. Contrapporre le acque in bottiglia alle acque del servizio pubblico è un “non senso” perchè si tratta di acque con origini e caratteristiche diverse, disciplinate da differenti normative. Il consumatore può pertanto scegliere in tutta tranquillità l’acqua che meglio risponde alle sue esigenze: minerale o di rubinetto non importa, l’importante è scegliere “in modo consapevole”, bevendo ogni giorno una giusta quantità d’acqua senza aspettare lo stimolo della sete”.

 


Minerali e acquedotti: cosa dice la legge

A questo punto è però utile spiegare, partendo proprio da ciò che prevede la normativa, quali sono le differenze tra acque minerali e quelle che escono dal rubinetto di casa. Le acque minerali sono acque che, con riconoscimento del Ministero della Salute, vengono imbottigliate così come sgorgano dalla sorgente (se non per l’aggiunta di anidride carbonica), senza essere sottoposte ad alcun trattamento risanante. Devono poi essere batteriologicamente pure e possedere caratteristiche igieniche particolari ed eventuali proprietà favorevoli alla salute. Gli elementi qualificanti per una minerale sono in particolare “la presenza di sali minerali e altri oligoelementi” (la classificazione dettagliata è particolarmente articolata, in quanto dipende dalla presenza di solfati, cloruri, calcio, magnesio, sodio, fluoro, ferro e altri elementi) che sono alla base dei suoi effetti biologici.

L’acqua dell’acquedotto viene invece da fonti non sempre profonde, viene fornita attraverso la rete idrica pubblica e deve subire trattamenti di potabilizzazione e depurazione (solitamente si tratta della clorazione) ed è anch’essa soggetta a rigorosi controlli (sia da parte delle aziende gestrici che delle autorità sanitarie).

Opzioni diverse dunque, anche se resta centrale il fatto che il binomio acqua salute è assai importante.


 

Acqua e salute, occhio ai luoghi comuni

“Sul consumo di acqua, in relazione alla salute esistono ancora molti luoghi comuni che è bene superare – prosegue il professor Zanasi – Sempre in quell’ottica che tengo a ribadire di arrivare a un consumo che sia basato su una corretta informazione. Ad esempio c’è una radicata credenza che bere durante i pasti non aiuti la digestione. Invece l’acqua assunta a piccole dosi (soprattutto quella bicarbonato-calcica) stimola la secrezione gastrica e bere durante il pasto non interferisce con i tempi della digestione. Altri esempi sono il residuo fisso (cioè la quantità di sali minerali presenti) che non è un metro per giudicare la qualità di un’acqua minerale, oppure il calcio, e a proposito di calcio, sono numerose le ricerche che hanno evidenziato come un elevato apporto di questo elemento non si accompagni ad un aumento del rischio di calcolosi renale, anzi alcuni lavori epidemiologici su vasta scala hanno dimostrato come le persone che introducevano poco calcio fossero particolarmente esposti alla formazioni di calcoli renali. Più in generale le acque minerali non possiedono effetti terapeutici in senso stretto, ma sono acque dotate di “caratteristiche particolari” in grado di svolgere azioni che favoriscono la salute, contribuendo a riequilibrare situazioni fisiologiche alterate o essere di supporto a trattamenti farmacologici. Resta il fatto che, specie in determinate fasce di età, come per i bambini, gli anziani o in alcune fasi della vita della donna, come l’allattamento o la menopausa, l’assunzione di acqua in quantità adeguate e con caratteristiche adatte ai propri problemi è fondamentale. In particolare per gli anziani e i bambini, che avvertono meno lo stimolo della sete, è bene bere molto, piccole quantità, ma spesso nel corso di tutta la giornata.


 

Cinque regole per scegliere bene

Riassumendo, le raccomandazioni del professor Zanasi sulla scelta di un’acqua minerale si riassumono in 5 punti: “Imparare a leggere bene in etichetta le caratteristiche dell’acqua (o comunque chiedere dati aggiornati al proprio gestore della rete pubblica), privilegiando quella che più piace o si avvicina alle proprie necessità. Evitare le acque eccessivamente addizionate di anidride carbonica, se ci sono problemi di acidità e meteorismo; leggere attentamente i valori di residuo fisso, nitrati, sodio, fluoro e solfati: livelli elevati potrebbero avere controindicazioni; controllare l’integrità del contenitore e la data di scadenza; e, infine, attenzione ai prezzi, non è detto che acque più costose debbano essere le migliori”.


Dario Guidi

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