Acqua di casa mia, una campagna controcorrente
Mazzini: “Sotto il profilo ambientale non c'è confronto”
Con lo slogan “Hai mai pensato a quanta strada deve fare l’acqua prima di arrivare nel tuo bicchiere?”, Coop ha avviato, l’anno scorso, una articolata campagna ambientale che si è posta l’obiettivo di stimolare nei consumatori una maggiore consapevolezza e responsabilità nei propri consumi di acqua: ovvero considerare l’acqua come una risorsa scarsa, quindi da non sprecare, e sollecitare il consumo di quella del rubinetto, essendo l’Italia il primo paese in Europa per consumo di acqua in bottiglia nonostante la ricchezza delle sue fonti idriche.
La campagna ha messo in luce gli impatti ambientali che caratterizzano produzione e distribuzione dell’acqua in bottiglia, a partire dalle emissioni di CO2. Si stima che l’impatto derivante dalla produzione di 100 litri d’acqua in bottiglie e dal suo trasporto per 100 km, sia pari all’emissione di 10 kg di CO2, contro gli 0,04 kg di CO2 (il rapporto è 1 a 250) emessi se si sceglie di bere la stessa quantità dal rubinetto. Ogni italiano consuma al giorno 237 litri d’acqua (tra quella bevuta e quella usata per scopi domestici) e ogni anno, per il solo trasporto delle minerali in bottiglia dalle fonti alle tavole, servono oltre 480 mila tir.
Acque a confronto
L’intervento di Coop su questo fronte è stato a 360°: sul prodotto (raddoppiando le fonti di approvvigionamento dell’acqua a marchio – 4 nel 2010 al fine di diminuire l’impatto ambientale del trasporto); sul packaging (riducendo la grammatura delle bottiglie di acqua Coop con un utilizzo di minore materia plastica); sull’informazione e la sensibilizzazione dei consumatori (segnalando in punto vendita l’ubicazione geografica delle principali fonti locali e nazionali per far conoscere la distanza percorsa dall’acqua, e invitando a scegliere il consumo dell’acqua potabile); sul comportamento interno (producendo un manuale per il risparmio idrico da utilizzare per i punti vendita).
"A livello mondiale, nell'arco del ventesimo secolo i consumi di acqua si sono moltiplicati per nove e la quantità a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40%. Oggi consumiamo più acqua di quella che il ricarico naturale delle falde ci fornisce: viaggiamo in rosso". A rilanciare l'allarme è Claudio Mazzini di Coop Italia, che spiega l'impatto ambientale "per nulla trascurabile" dell'acqua in bottiglia, sia in termini di emissioni di anidride carbonica (CO2) che di rifiuti prodotti, solo in parte differenziati e riciclati. "Abbiamo messo a confronto i due sistemi. Per semplicità, i dati sono elaborati per la distribuzione di 100 litri di acqua a una distanza di 100 km. Ebbene, l’impatto dell’acqua in bottiglia (PET da 1,5 litri) risulta non inferiore a 10 kg di CO2 equivalente per 100 litri, che è pari a quello generato da un'auto di media cilindrata che percorre circa 67 km. Per gli stessi 100 litri di acqua del rubinetto il calcolo, applicando equivalenti logiche di prudenza, si sono quantificate le emissioni di CO2 equivalente in 40 grammi per 100 litri di acqua erogata: è come se la stessa auto percorresse 350 metri, quindi un impatto sull'ambiente inferiore di almeno 250 volte. E ricordiamo che l'acqua è l'unico alimento di cui abbiamo un rubinetto in casa".
Le minerali? Curative
Se si preferiscono le minerali, tuttavia, diviene fondamentale imparare a leggere le loro etichette con particolare riferimento ai valori di residuo secco, durezza, nitriti e nitrati, cloruri, ecc. "Le trecento acque in commercio sono tra loro molto diverse – osserva Mazzini – ed è fondamentale che si scelga una o l'altra in funzione della fase della vita di una persona (bambini, anziani, sportivi, donne in gravidanza) o di particolari necessità di salute (disturbi renali, ipertensione, osteoporosi)". Secondo molti, è proprio su questI aspettI curativi che dovrebbe concentrarsi l'attenzione e il battage pubblicitario degli imbottigliatori di acque minerali, che invece molta concorrenza si fanno per garantirsi la massiccia penetrazione possibile nel mercato di massa.
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eliminiamo da ieri tutta la plastica per bevande a favore del salutare vetro caricando per i consumatori in plastica tutti i costi che vanno dallo smaltimento, al riciclo, ai gas nocivi sviluppati e all’inquinamento che producono oggi-domani e dopodomani.