“Assistiamo a un calo pauroso della copertura vaccinale, con picchi anche del 25% per morbillo e rosolia. Sono danni reali che preoccupano, perché quello che ci protegge dalle patologie è avere un alto tasso di copertura“. Lo ha detto Michele Conversano, presidente Società Italiana d’Igiene, attribuendo l’effetto alle campagne anti vaccinali.
“Assistiamo a una diminuzione forte delle vaccinazioni in molti paesi europei” e di pari passo al riemergere di alcune malattie: è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a spiegarlo intervenendo alla conferenza stampa ‘L’importanza di VaccinarSì’. “Spesso – ha proseguito Lorenzin – facciamo le cose quando abbiamo paura” e molte malattie oggi non fanno più paura, proprio perché “sono state sconfitte proprio grazie a vaccinazioni di massa“. “E’ facile pensare: io il vaccino a mio figlio non lo faccio, lo farà il mio vicino di casa”, ha aggiunto. “L’assenza di alcune patologie è come la libertà, te ne accorgi dell’importanza solo dopo aver la persa”. Per questo, sulle vaccinazioni, “non possiamo abbassare la guardia né in Italia né in Europa” e “ho inserito tema all’interno del programma del semestre europeo”.
Negli ultimi 18 anni, le campagne vaccinali hanno “ridotto del 99% i casi di contagio da morbillo” tanto che “dal 1996 sono stati evitati 2 milioni di casi di contagio e 2000 decessi”. A dirlo è Antonio Ferro, responsabile della Campagna VaccinarSì, della Società Italiana d’Igiene (SItI) a margine della conferenza stampa ‘L’importanza di VaccinarSì’ organizzata in occasione dell’anno di vita del portale informativo sulle vaccinazioni, patrocinato dalla SItI, insieme al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità. La copertura vaccinale in Italia è, però, a macchia di leopardo. “In genere maggiore al Nord – spiega l’esterno – dove in Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana raggiunge il 90-92%. Mentre al Sud scende ben al di sotto, in particolare in Campania siamo circa all’80% del totale“.
Negli ultimi anni, tuttavia, la copertura registra una perdita di un punto percentuale in meno annuo. “I cali a cui abbiamo assistito in questi mesi sono dovuti alle campagne di controinformazione antivaccinale. E sono più evidenti, nelle località in cui queste associazioni sono più attive, dove registrano picchi del 25%”. Eppure i vaccini, spiega Renato Soncini, presidente Gruppo Vaccini Farmindustria, “sono uno strumento di spesa intelligente” perché “fanno risparmiare“. “Uno studio Tor Vergata mostra che vaccinando contro l’influenza stagionale tutte le persone tra 50-64 anni si spenderebbero 76 milioni di euro ma se ne risparmierebbero 746 milioni in cure e diagnosi. Con risparmio in proporzione di dieci euro ogni euro speso”, spiega. Senza contare il ‘risparmio’ in decessi, visto che in Europa, circa 38500 persone, ogni anno, muoiono a causa di virus influenzali stagionali, in genere anziani o persone già debilitate da altre malattie.
luglio 2014 – fonte: ansa