La città a misura di anziano? Ha incroci con semafori che consentano un’andatura più lenta, senza che scatti il rosso prima che il pedone raggiunga l’altra sponda, marciapiedi larghi e senza buche, gradini bassi, strade ben illuminate e con segnaletica visibile, una rete di trasporto pubblico facilmente accessibile.
Purtroppo si tratta di realtà quasi inesistenti nel mondo, infatti, secondo quanto riferisce al Guardian Chris Phillipson, docente di sociologia e gerontologia sociale alla University of Manchester, circa metà degli over-65 ha problemi a uscire di casa e si confina agli ‘arresti domiciliari auto-imposti’.
Le città non sono a misura di anziano: per esempio, i semafori sono settati su andature medie ben più elevate (1,2 metri al secondo) di quelle che un anziano può sostenere (0,7-0,9 metri al secondo); i marciapiedi sono sconnessi e poco illuminati, i gradini troppo alti, comprese le pensiline di attesa dei bus.
È stato ormai ampiamente dimostrato da diverse ricerche scientifiche che la vita sociale, le interazioni e lo stare all’aperto rallentino l’invecchiamento, mentre l’isolamento sociale fa male alla salute addirittura quanto fumo e alcol.
Quindi se l’anziano non può uscire di casa, se non si sente sicuro nell’affrontare la ‘giungla urbana’, la ‘sorte’ della sua salute è in qualche modo segnata.
Nel 2006 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato la Rete globale delle città amiche degli anziani. «Age Friendly Cities», un progetto internazionale per aiutare le città a prepararsi all’invecchiamento rapido della popolazione e favorire un invecchiamento attivo. Città come Manchester che fanno parte di questa rete OMS hanno adottato piccoli accorgimenti architettonici (panchine lungo le strade commerciali, strade più larghe, segnaletica e illuminazione maggiori, servizi e negozi a misura di anziano con scritte grandi e scaffali più bassi etc) per aiutare a vincere l’apartheid degli anziani, specie dai centri cittadini.
“L’Italia è messa malissimo da questo punto di vista – commenta Giuseppe Paolisso, della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – non ci sono città né singoli quartieri all’interno di un contesto urbano a misura di anziano, in cui gli anziani possano muoversi in sicurezza; e nell’attuale situazione economica è difficile ipotizzare adeguamenti anche parziali delle città, adeguamenti che non sono a costo zero”.
La salute degli anziani ne risulta doppiamente in pericolo perché se escono rischiano cadute, fratture o distorsioni, oppure rischiano di isolarsi per paura di uscire, conclude Paolisso.