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Le regole per un’igiene orale perfetta

Igiene_orale.jpgCon quella bocca può dire ciò che vuole”; questa frase, rivolta all’indimenticabile Virna Lisi in Carosello, è stata un tormentone per alcune generazioni. Resta il fatto che, al di là dei prodotti pubblicizzati, questi messaggi hanno contribuito a creare una maggiore attenzione sull’igiene della nostra bocca. L’Associazione degli Odontoiatri ha, peraltro, promosso annualmente campagne di educazione in merito. Ne parliamo con Gaia Lopponi, odontoiatra.

Una corretta esecuzione dell’igiene orale quale impatto ha avuto, nel tempo, sulla salute della popolazione in generale e non solo per gli aspetti odontoiatrici o estetici?
«Estremamente importante sia per la salute della bocca, dove sicuramente si perde un minor numero di denti, facendo sì che le funzioni della masticazione e della digestione siano mantenute adeguate – risponde Gaia Lopponi, odontoiatra di Firenze –, sia per la riduzione dei rischi che le infezioni causate dai denti possono provocare a livello dell’organismo intero, quali ad esempio gravi patologie al cuore».

Meglio lo spazzolino manuale oppure quello elettrico?
«Vi sono moltissimi tipi di spazzolini elettrici e manuali in commercio, anche differenti tra loro, ma ciò che realmente fa la differenza è la tecnica di spazzolamento.
Se usato correttamente, lo spazzolino manuale è efficace esattamente quanto uno elettrico. Il vantaggio principale dello spazzolino elettrico consiste nell’aiutare una corretta esecuzione della pulizia, segnalando, ad esempio, il tempo minimo di 2 minuti consigliato nel lavaggio, o un’eccessiva pressione sui denti con avvisi sonori e digitali.
Questo strumento svolge autonomamente dei movimenti che, abbinati a un corretto spostamento dello strumento, permettono il raggiungimento di ottimi risultati anche in coloro che prestano meno attenzione all’importanza di un adeguato e sistematico spazzolamento manuale».

Lo strumento elettrico può creare problemi?
«Se viene usato scorrettamente (per esempio muovendolo rapidamente sulla superficie dei denti come uno spazzolino tradizionale), perde tutta la sua efficacia, potendo divenire addirittura dannoso per le gengive. Comunque sia, sgombriamo un dubbio: qualunque sia lo spazzolino questo deve essere di setole non naturali a punta smussa».

Qual è il ruolo del filo interdentale e quanto in realtà viene usato regolarmente dalla popolazione?
«Il filo interdentale, che si trova nelle formulazioni di cerato o non cerato, oltre che in diverse dimensioni e morfologie, permette la pulizia di quegli spazi non raggiungibili dallo spazzolino, ovvero gli spazi occupati dalla gengiva fra dente e dente, che, non a caso, sono i punti ove più spesso si sviluppano le carie.
Purtroppo è certamente dimostrato che il filo è scarsamente e malamente usato. Bisogna ricercare la ragione di ciò principalmente nel poco tempo che la popolazione passa nella pulizia della bocca, limitandosi ad un rapido e disordinato spazzolamento, accontentandosi di una sensazione piacevole di “freschezza”.
Secondariamente, il filo non è pubblicizzato quanto altri strumenti collaterali di igiene (come ad esempio il collutorio). La giustificazione più frequente da parte dei pazienti è la difficoltà all’utilizzo, problema che potrebbe essere facilmente ovviato da una dimostrazione da parte dell’odontoiatra o igienista dentale».

Veniamo ai dentifrici. Siamo tempestati da pubblicità di ogni tipo, chi promette denti bianchissimi, chi ripara lo smalto, chi previene la formazione del tartaro. Quali criteri devono essere usati per la scelta di un dentifricio?
«Quest’ultimo fa parte della gamma di strumenti che ci coadiuvano nella corretta pulizia del sistema orale. Può sembrare banale, ma la prima considerazione per la sua scelta è che sia gradevole (in consistenza e sapore) per il consumatore.
Anche la tipologia è personale e dettata da esigenze particolari: ve ne sono alcuni che, attraverso sostanze, aiutano nel prevenire la placca, altri che contengono agenti attivi sulla sensibilità dentale, e altri ancora, gli sbiancanti, oggi testati per la loro abrasività e non pericolosi per la superficie del dente, come taluni credono. In caso di esigenze specifiche, è l’odontoiatra che può guidare il paziente nella più corretta scelta.
Durante l’utilizzo è però importante non eccedere nella quantità. Se in eccesso produce troppa schiuma che può dare una falsa sensazione di pulizia o poco controllo visivo delle setole dello spazzolino per il controllo del movimento.
Dobbiamo ricordarci che il dentifricio è come un sapone, ma è solo l’utilizzo combinato con lo spazzolino, che permette di sgretolare la placca che solo una seduta di igiene professionale può rimuovere».

Ogni quanto sarebbe opportuno fare eseguire la pulizia dei denti dal dentista per rimuovere le placche di tartaro?
«La pulizia dei denti è consigliata ogni sei mesi. È importante rispettare i tempi perché, nonostante non ci sia placca visibile esternamente, questa si accumula in zone nascoste o sotto gengiva causando infiammazioni orali. Inoltre l’igiene orale è un ottimo metodo di prevenzione».

fonte: L’informatore

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