Il 10% degli italiani soffre di insonnia. I problemi legati al sonno interessano invece complessivamente 12 milioni di italiani e contano in tutto circa 80 patologie diverse. Tra le più diffuse ci sono le ipersonnie, che riguardano chi dorme troppo o si addormenta durante la giornata, e le “parasonnie” cioè i sonnambulismi, disturbi abbastanza frequenti, che interessano il 3-4% della popolazione infantile”. A spiegarlo è Luigi Ferini Strambi, presidente eletto della World Association of Sleep Medicine e responsabile del Centro del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che aggiunge: “se episodi di questo tipo si verificano ogni 6 mesi va bene, ma se più frequenti, meglio rivolgersi a un centro specializzato per fare una videoregistrazione notturna”. Non sono rari, ricorda in occasione della Giornata mondiale del Sonno che si celebra oggi, disturbi del ritmo sonno-veglia. “In questa categoria abbiamo ‘gufi e allodole’ e i problemi possono essere di natura individuale o avere cause esterne, come nel caso di persone obbligate a turni notturni o che scontano il jetleg”. Ci sono poi “disturbi di movimento correlati al sonno, o mioclonia ipnica, ovvero le ‘gambe senza riposo’, che interessano un buon 2% della popolazione generale e maggiorente le donne”: piccoli spasmi muscolari costanti, ogni 30-40 secondi, che si verificano dopo l’addormentamento, spesso correlati al formicolio alle gambe. Ci sono poi altre patologie importanti come le ‘apnee morfiche ostruttive’, cioè il russare dovuto al restringimento delle prime vie aeree durante il sonno: “interessa 4% degli uomini e il 2% delle donne, anche se, con la menopausa, la differenza di genere si abbatte. Il disturbo più frequente resta l’insonnia cronica, un disturbo prevalentemente femminile, perché nel 50% dei casi è legata a stress, ansia e depressione. Spesso per arginare il problema si prendono sonniferi, commenta Ferini Strambi, “ma il disturbo rimane, perché non risponde a terapia farmacologica sedativa. Bisogna rivolgersi, invece, a farmaci che intervengono sulla dopamina”, un neuromediatore che interessa la genesi degli stati mentali. “Una buona attività fisica favorisce il sonno – conclude – ma è bene evitare grande attività in ore serali, per non eccitare centri della veglia, così come grandi abbuffate all’ora di cena”, che mettono sotto sforzo l’apparato digerente.
(Fonte Ansa, 17/4/2014)