In Italia 7 milioni e mezzo di persone sono cardiopatiche (di cui circa 3 milioni sono scompensati). Quasi 200mila i casi di ictus cerebrale che si registrano ogni anno: per un terzo di questi si verifica il decesso nell’arco di un anno e per un altro terzo c’è un’invalidità seria. Dunque quasi un milione di persone in Italia convive con gli effetti invalidanti di un ictus. E’ la fotografia scattata dall’indagine “Mi sta a cuore”, presentata oggi alla Camera da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
Le segnalazioni dei cittadini al servizio di consulenza informazione e tutela PIT salute del Tribunale per i diritti del malato, mostrano che le principali problematiche nelle cure e servizi per le patologie cardio e cerebro vascolari, riguardano: le lunghe liste di attesa per esami diagnostici (l’area cardiologica raccoglie il 9,8% delle segnalazioni di lunghi tempi di attesa, dopo la radiologia – 24%, l’oncologia – 17,5%, – la ginecologia – 13,6%), le liste di attesa per visite specialistiche cardiologiche (25% del totale, preceduta solo dall’area oculistica al 25,6%); le difficoltà inerenti l’assistenza territoriale; le difficoltà in ambito ospedaliero, visto che l’8% dei cittadini con patologie neurologiche e il 7,6% di chi ha problemi cardiologici segnalano dismissioni premature e difficoltà nella presa in carico; difficoltà di accesso ai farmaci (costi, ostacoli burocratici ed amministrativi per accesso a farmaci di fascia H o PHT-A ed ai piani terapeutici). Difficoltà segnalale anche da uno studio inglese che segnala che i casi di aumentata mortalità a ridosso dell’evento sono quasi sempre legati alla performance ospedaliera nella gestione del paziente infartuato.
Sulla spinta di queste segnalazioni, l’indagine “Mi sta a cuore” ha cercato di approfondire le modalità con cui alcune Regioni ed Asl stanno implementando le reti per la prevenzione, la cura e la presa in carico dei pazienti con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari.
13 marzo 2014 – fonte helpconsumatori