Vi proponiamo qui un riassunto delle indicazioni che il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi ha messo a punto di fronte all’epidemia di coronavirus:
• Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo. Il coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 hanno problemi più gravi e tra questi i decessi sono circa la metà e in genere in soggetti portatori di altre importanti patologie.
• Non confondere una causa unica con un danno collaterale.
Molti decessi non sono causati solo dall’azione del coronavirus, così come è successo e succede nelle forme influenzali.
• Se il panico diventa collettivo molti individui provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.
• Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.
• Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate.
• In linea generale troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia.
• È difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti, però è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.
• Evitare la ricerca compulsiva di informazioni; in più è bene usare e diffondere dati solo da fonti informative affidabili, ufficiali e accreditate come quella del Ministero della Salute: www.salute.gov.it/nuovocoronavirus o del’Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/