Diluizioni, piante e aghi: i principi che curano
Omeopatia
È una medicina ottocentesca, “romantica”, visto che i suoi principi sono stati definiti in Germania tra il XVIII e il XIX secolo. È la terapia non convenzionale più diffusa in Europa e si basa sul principio di similitudine del farmaco secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza viene somministrata dopo forti diluizioni della stessa, che secondo gli omeopati ne potenzierebbe l’effetto. La percentuale di pazienti soddisfatti dall'omeopatia è pari al 77,8% (dati Istat). Si ricorre a questo tipo di cura per patologie acute (74%) e per migliorare la qualità della vita (26%).
Fitoterapia
Prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. L’utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in tutti i sistemi terapeutici umani, anche in quelli attuali, ma occorre tener presente che molte piante interagiscono con i farmaci, riducendone l'attività o al contrario aumentandone la tossicità. La percentuale di pazienti soddisfatti è del 69,2%. Si ricorre alla fitoterapia per il 76% in caso di patologie acute, nel 24% dei casi per migliorare qualità della vita.
Agopuntura
È una tecnica di medicina tradizionale cinese, di origine antichissima – avanti Cristo – che utilizza l’inserimento di aghi in particolari punti del corpo al fine di promuovere la salute ed il benessere dell'individuo. Secondo la teoria della tradizione medica cinese, l'agopuntura funzionerebbe normalizzando il "flusso" del qi, la presunta energia vitale del corpo che, se bloccata o stagnante, provoca dolore. Si ricorre all’agopuntura nel 78% dei casi per combattere sindromi dolorose. Nel 13% dei casi contro patologie croniche.