piccoli gesti per migliorare l’ambiente in cui viviamo non bastano più. È da decenni che ci sentiamo ripetere di spegnere una luce o riparare un rubinetto che perde, atti certo corretti, ma più simbolici che sostanziali. Infatti, per pigrizia, lentezza e indifferenza, il malanno ambientale è peggiorato e ora occorrono cure più drastiche, come la riqualificazione energetica delle nostre case. Il settore residenziale è responsabile di circa il 35% delle emissioni totali, soprattutto a causa del pessimo isolamento termico di pareti, finestre e tetti, che disperde al vento la preziosa energia per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo, con pesanti effetti anche sulle nostre bollette. Gli edifici italiani sono quasi tutti vecchi e inadeguati a utilizzare efficacemente l’energia, ma oggi le case sostenibili, fino ad arrivare a quelle passive che sono così isolate da non necessitare impianti di riscaldamento, sono una realtà.

Inoltre l’ecobonus del 50% sui serramenti, del 65% su isolamenti e pompe di calore e perfino del 75% per i condomini permette di detrarre fiscalmente questi importi in dieci anni, che unito al risparmio energetico immediatamente visibile in bolletta rende ancora più attraente l’investimento. Io l’ho fatto già da una decina d’anni nella mia abitazione: nuove finestre con doppio vetro, cappotto in fibra di cellulosa sul solaio, pompa di calore con riscaldamento a pavimento, e un tetto completamente ricoperto di pannelli fotovoltaici e collettori solari per l’acqua calda.

L’energia che catturo gratuitamente e senza emissioni dal sole è sufficiente a tutte le mie necessità di climatizzazione, elettrodomestici e illuminazione, e quella in esubero la utilizzo per caricare l’auto elettrica. Ovviamente nelle giornate nuvolose e di notte attingo dalla rete elettrica, ma grazie al monitoraggio di produzione e consumi attraverso la “domotica, sono sempre in grado di ridurre sprechi e inefficienze. A casa mia lavatrice e lavastoviglie funzionano preferibilmente quando splende il sole, in modo da impiegare l’energia autoprodotta.

Con la riqualificazione energetica della casa il risparmio può arrivare all’80% rispetto alla bolletta prima della cura, e la riduzione di inquinamento è un beneficio che non ha prezzo per preservare l’ambiente che lasceremo ai nostri bambini. E poi aggiungo pure il sottile piacere dell’autosufficienza: è bello fare una doccia calda senza aver bruciato gas e riscaldarsi o muoversi con energia rinnovabile al posto di quella fossile. Il problema maggiore della riqualificazione edilizia consiste attualmente nel trovare professionisti seri e preparati e installatori aggiornati sulle nuove tecnologie. Gli interventi tecnici sulle case non sono banali e vanno progettati con cura se non si vogliono sorprese, come le condense e le muffe sui muri per via di isolamenti malfatti o risparmi inferiori alle attese per impianti mal dimensionati. Ogni casa è come una persona dal medico: deve avere la sua diagnosi energetica e la sua cura personalizzata, ma la guarigione è assicurata, basta non affidarsi al primo che capita e valutare eventualmente più di un’offerta per scegliere il prezzo, le capacità e gli impianti ottimali.

Tag: ecobonus, riscaldamento globale, sostenibilità, risparmio energetico, rinnovabili, cappotto termico, isolamento

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