C’era una volta una pappa dolce che si generava all’infinito dentro un pentolino. Bastava dirgli: “Cuoci la pappa, pentolino!” e quello si riempiva. Però bisognava anche sapere la formula per farlo fermare, altrimenti cucinava così tanta pappa di miglio che traboccava, esondava e invadeva le vie del paese: per tornare a casa ci si doveva far strada mangiando.
Di certo non funziona così nella vita reale: frigo e dispensa si riempiono se andiamo a fare la spesa e non sempre sappiamo farla bene, visto che poi capita che parte di quelle cose che abbiamo comprato, invece che in pancia marciscano nel frigorifero e finiscano in pattumiera. Se c’era una cosa che mi piaceva prima dei lockdown e dell’overdose di impasti, pizze, focacce, biscotti sfogo dei reclusi, era proprio cucinare. E mi piaceva tantissimo farlo anche con quel che trovavo in frigo, soprattutto gli avanzi. Ho sempre avuto una passione per gli scarti, per il riciclo in cucina: bucce, gambi, erbe spontanee e frutti selvatici, fiori di sambuco, erbe di campo, funghi, nocciole, germogli. Quel desiderio di nutrimento e condivisione era una cosa che accompagnava la scrittura, stimolava la mia fantasia e mi faceva anche risparmiare.
Però lo ammetto, ho cominciato a peccare. Alzi la mano chi non rivive ciclicamente il giorno in cui di colpo si decide che è arrivata l’ora di ripulire e disinfettare frigorifero e scaffali di cucina e ci si ritrova con vasetti di marmellata ammuffita, il tubetto di maionese schiacciato con quel quarto ancora dentro, le olive avanzate, i wurstel del ’15-’18, l’insalata vizza di due mesi fa, le farine speciali – accumulate non si sa perché – tutte piene di camole e farfalline? Atroce senso di colpa. E poi, fate i conti. Se ci pensate, non è poco è il cibo che buttiamo via ogni anno, per una cifra considerevole: siamo nell’ordine delle decine o delle centinaia di euro per i più distratti. L’osservatorio ideato e fondato dal prof Andrea Segré dell’Università di Bologna nel 2013 e diventato nel 2021 il Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability ha calcolato che invece di migliorare siamo peggiorati e che nel 2021 lo spreco sia aumentato rispetto all’anno precedente. In Italia si sono buttati quasi 2 milioni di tonnellate di cibo sprecando 7,5 miliardi di euro. Famiglie numerose, coppie, single, chi lavora da casa o chi lavora fuori: siamo tutti chiamati in causa.
All’infinito, da bambini, ci è stato ripetuto, quando lasciavamo qualcosa nel piatto: pensa ai bambini africani che muoiono di fame, e all’infinito lo ripetiamo a nostra volta ad altri bambini insieme a: “Hai gli occhi più grandi della pancia”. Dovremmo prendere spunto dalle fiabe e imparare la formula magica per far smettere al pentolino di cucinare una pappa che non siamo in grado di mangiare, anche perché nel mondo reale quella pappa non è magica e non è gratis, né per noi né per le risorse del mondo: produrre cibo costa, e l’industria alimentare è in crisi. “Smetti, pentolino, io gratto le croste di parmigiano per benino”.