twitter nasce nel 2006 con un’idea molto semplice: pubblicare brevi messaggi – fino a 140 caratteri, le dimensioni di un Sms, che ora sono diventati 280 – su una rete in cui ciascuno sceglie chi seguire. L’interfaccia dei primi anni era rigorosamente cronologica: aprendo Twitter si trovavano tutti i tweet (cinguettii) dei profili seguiti, dal più recente a ritroso, senza che nessun filtro o algoritmo basato sulla rilevanza amplificasse o mettesse in sordina alcunché.
A differenza di Facebook, dove la relazione fra persone (amicizia) è reciproca, Twitter è una rete asimmetrica: io posso seguire qualcuno che non mi segue e viceversa. Questa asimmetria ha generato da subito l’emergere di nuove voci che, attraverso il cosiddetto microblogging, guadagnavano una grande popolarità usando i tweet in modo creativo, stimolante, divertente.
Altra caratteristica peculiare di Twitter è l’assenza del vincolo “una persona, un utente”: ciò ha permesso la creazione di profili collettivi, come il blog serissimo @spinozait o i profili delle redazioni giornalistiche, ma anche di fantasia: ce ne sono un’infinità ispirati ai personaggi di Star Wars, Harry Potter e altre saghe famose, così come numerose parodie; c’è perfino @dio, la cui biografia short recita “Founder & CEO dell’Universo”. La facilità d’uso e la possibilità di diffondere in modo totalmente disintermediato notizie e opinioni hanno portato presto su Twitter personaggi celebri di ogni ambito, soprattutto politica e spettacolo; a quel punto, diventare famosi su Twitter ha iniziato a dipendere molto più da quanto si fosse già famosi fuori, e Twitter è diventato un enorme ufficio stampa collettivo, in cui lanciare messaggi cercando di generare quante più reazioni e ricondivisioni possibile. Spesso l’amplificazione viene pompata artificialmente tramite bot e utenti fasulli, creati da software che sarebbero vietati dai termini di servizio della piattaforma, ma che non è sempre facile individuare e bloccare velocemente. È altrettanto complesso gestire la moderazione dei contenuti: discorsi d’odio, aggressioni verbali di gruppo, contenuti illeciti (magari solo in alcuni Paesi) pongono spesso la necessità di decidere qual è il confine fra libertà d’espressione e istigazione a delinquere, e hanno portato a decisioni clamorose, come il ban di Trump dopo l’assalto al Congresso USA del gennaio 2021. Twitter è un mezzo potente per diffondere al volo notizie legate a emergenze (terremoti, alluvioni, incendi); ha catalizzato movimenti di massa come le primavere arabe dei primi anni ‘10 e viene costantemente monitorato da polizie e servizi segreti di tutti gli Stati. È un’azienda privata, ma di fatto assume il ruolo di agorà pubblica ‒ come succede anche ad altre piattaforme ‒ e questo ci dice che dovremmo interrogarci collettivamente sulla responsabilità sociale delle aziende e sul loro rapporto con la collettività.
Elon Musk compra Twitter? Il proprietario di Tesla e SpaceX, da sempre molto attivo su Twitter, ad aprile 2022 ha annunciato che vorrebbe acquistare l’azienda e ritirarla dal mercato azionario, con l’obiettivo di risolvere i problemi legati a fake news e bot, difendere la libertà di espressione e aumentare la trasparenza degli algoritmi. Secondo molti commentatori i proclami di Musk si scontreranno con la difficoltà di affrontare problemi che sono da anni al centro del dibattito collettivo.
Se da una parte i fan di Musk sono convinti del tocco magico di questo imprenditore, dall’altra non mancano le voci preoccupate del ruolo sempre più invadente dei tycoons nell’influenzare la nostra società.
Un’ottima fonte per seguire gli aggiornamenti è ilPost: www.ilpost.it/tag/twitter