Una domanda che ci facciamo sovente è perché gli italiani preferiscano così tanto, l’acqua in bottiglia (quasi 200 litri all’anno ciascuno) rispetto a quella del rubinetto. Come mai, visto che generalmente, in Italia, l’acqua “del sindaco” è perfettamente controllata, di ottimo aspetto e gusto e costa pochissimo? Cioè, in media, un euro o due ogni mille litri: molto meno di quanto paghiamo l’acqua in bottiglia. Da un punto di vista dell’origine, in molti casi, si tratta sempre della stessa acqua: falde sotterranee in cui riposano acque oligominerali che vengono emunte per essere poi infilate nelle bottiglie o negli acquedotti.
E entrambe sono più che controllate, quella del rubinetto con un monitoraggio continuo e con standard severissimi. Questo punto è cruciale, perché i consumi di acqua in bottiglia in Italia si sono incrementati significativamente da quando le campagne pubblicitarie hanno puntato su una migliore qualità di quel tipo di prodotti, magari approfittando indirettamente di problemi come quelli legati alla presenza di atrazina in alcuni pozzi del nord Italia. Dunque non ci sono, in teoria, minori controlli, ma, quando finiscono periodicamente sui giornali casi come anche quello dell’arsenico presente (per motivi legati alla natura del terreno) nell’acqua di alcune città del Lazio, si ravvisa sempre un’impennata nelle vendite di acque minerali in bottiglia.
Sappiamo poi bene che un’acqua imbottigliata alle Isole Fiji (poniamo) “produce” talmente tanta anidride carbonica (a causa del viaggio) per arrivare in Italia che è effervescente anche se non ci sono le bollicine dentro. Così come è evidente che l’uso delle bottiglie di plastica non è una pratica che aiuta a spendere bene l’energia e a trattare quantità di rifiuti limitate.
Tutte cose che anche Coop ha cercato di spiegare nella sua campagna, tesa a sensibilizzare i consumatori ed a favorire il più possibile l’utilizzo dell’acqua che esce dal rubinetto di casa o ad acquistare acqua minerale proveniente da fonti vicine.
Ma i lettori suggeriscono che l’unica ragione per preferire l’acqua in bottiglia a quella del rubinetto sarebbe il gusto: come a dire che l’acqua imbottigliata è più buona. Una certa ragione ce l’hanno, se si parla di acque addizionate di anidride carbonica che, oltretutto, placa temporaneamente la sensazione di sete. Ma, se l’acqua è liscia, perché la si preferisce a quella, altrettanto liscia, del rubinetto? Per la trasmissione tv Gaia (Rai Tre), tempo fa, conducemmo un’esperienza a Roma, facendo assaggiare a un centinaio di cittadini l’acqua del rubinetto insieme ad altre cinque acque imbottigliate, in contenitori indistinguibili. L’esperienza non era certo scientifica, ma un’indicazione l’ha data: la prima classificata fu effettivamente un acqua minerale, ma la seconda fu quella del Comune di Roma. E uno degli intervistati addirittura segnalò, assaggiando un’acqua in bottiglia, che non gli piaceva affatto e che si doveva sicuramente trattare di quella del rubinetto. Quando si dice il potere della suggestione.
giugno 2014