In Italia una persona su quattro ha un livello di colesterolo nel sangue superiore a quello ottimale. I numeri continuano a evidenziare un aumento del rischio associato ai livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) di avere malattie cardiovascolari, quali infarti o ictus. L’aumento del rischio è così evidente che molti gruppi di ricerca sono convinti non vi sia un livello ottimale da raggiungere, ma “più basso è, meglio è”.
In molte persone si è purtroppo radicata la convinzione che con la dieta si possa fare ben poco per contenere questo dato, al massimo un 5% di riduzione; scrivo questo articolo per ricordare le ben maggiori potenzialità della dieta: uno dei più rilevanti documenti sul tema chiamato ATP III, stima una riduzione del 20-30 % del colesterolo quando vengano seguiti correttamente tutti i dettagli di una dieta che, tecnicamente, ha delle caratteristiche particolari. Il motivo per cui questo calo viene osservato solo in pochi pazienti è il medesimo per cui solo pochi pazienti in sovrappeso riescono a perdere peso e mantenere il calo: l’aderenza alla dieta nel lungo termine è una sfida non banale. Anche per il colesterolo si dovrà fare attenzione al grasso addominale: se la circonferenza della vita supera gli 88 cm nella donna ed i 102 cm nell’uomo, difficilmente si otterrà un calo apprezzabile del colesterolo senza la riduzione di tale circonferenza (solo individui alti fanno eccezione).
Poi si dovrà tenere sotto controllo il consumo di grassi saturi, senza eliminarli ma moderando il consumo di alimenti che li contengono, come ad esempio formaggi (anche freschi), salumi, gelati, croissant. I grassi poli-insaturi, contenuti, ad esempio, nell’olio di mais, frutta secca e semi sono di aiuto, così come i polifenoli contenuti nell’olio extravergine. Contenere il consumo di colesterolo è oggetto di discussione scientifica, e nelle ultime linee guida europee permane il suggerimento di limitarne l’assunzione, il che significa limitare il consumo di alimenti di origine animale, senza doverli eliminare, incrementando le fonti di proteine vegetali come legumi e soia. Le fibre contenute in verdura e frutta mantengo una notevole importanza, in particolare le pectine o i beta glucani, questi ultimi sono contenuti in orzo e avena, e aggiunti in prodotti specifici come biscotti, cracker, pasta o polenta.
I fattori nutrizionali che hanno dimostrato la maggiore efficacia nella riduzione della colesterolemia sono gli steroli vegetali, con dati che oscillano dal -6 al -15% di riduzione; si trovano nei cereali integrali, frutta secca, verdura, frutta e legumi. Per ottimizzarne l’efficacia è possibile usare alimenti fortificati con steroli vegetali, presenti in Italia come le bottigliette di latte fermentato da bere. Gli integratori a base di riso rosso fermentato sono efficaci, tuttavia il meccanismo di azione è uguale a quello di un farmaco (la lova-statina) a basso dosaggio, sono dunque un intervento farmacologico e non dietetico. Solo se tutti gli aspetti descritti vengono seguiti con costanza si può arrivare al 20-30% di riduzione, e i benefici per la nostra salute saranno notevoli, anche e soprattutto se si sta già assumendo una terapia farmacologica: più abbasseremo il colesterolo anche attraverso la dieta e più ridurremo il rischio.