Futuro presente

Quell’auto è comunista. La libertà d’uso di una flotta di 500 Smart

La via è tracciata. Laddove avevano fallito Marx ed Engels, quello che Fidel Castro a Cuba e Ugo Chavez in Venezuela hanno tentato invano per anni, è stato alfine realizzato trionfalmente da uno dei marchi storici del capitalismo mondiale: la Mercedes. Stiamo parlando, è ovvio, dell’abolizione della proprietà privata. Anzi, dell’abolizione della proprietà privata con riferimento specifico all’oggetto che più di ogni altro incarna nella popolazione adulta occidentale il simbolo del possesso e quindi della realizzazione dell’individuo: l’automobile. L’automobile, si sa, è l’oggetto a cui l’italiano medio vuole più bene: lo cura, lo pulisce, lo lava e lo lucida nelle mattine della domenica con una cura che non ha mai dimostrato per i propri figli.
Adesso qualcosa sta cambiando perché è da poco sbarcato anche a Milano il car-sharing, l’auto condivisa con un noleggio a basso costo – del gruppo Mercedes. Si chiama car2go e nel giro di poche settimane quasi 500 piccole Smart hanno invaso la città come avanguardia di una flotta ancora più nutrita, che minaccia di cambiare alla radice, come ha già fatto in molte città nel mondo, il rapporto tra gli uomini e le loro propaggini meccanizzate, le automobili.
Come funziona questo car-sharing e perché è così rivoluzionario rispetto a quello, pur pregevole, che lo stesso Comune di Milano e tanti altri hanno avviato negli ultimi anni? È presto detto: con car2go tu prendi una macchina in un punto qualsiasi della città, la usi per il tempo che ti serve e poi la lasci dove ti pare! È questa la killer application: niente più parcheggi o garage dove prendere l’auto, niente più riconsegne obbligatorie nei punti di prelievo, dove – casomai – trovavi il parcheggio riservato al car-sharing occupato dal furbo di turno. Qui siamo di fronte ad una libertà assoluta, come nemmeno nella California lisergica degli anni ’60 avrebbero osato immaginare.
Chiunque abbonato al servizio (l’iscrizione costa 19 euro una tantum) può prendere l’auto che vuole (la trova facilmente col una applicazione del telefonino), quella parcheggiata più vicino a lui, la usa pagando 0,29 euro al minuto e poi la lascia in un punto qualsiasi senza nemmeno dover pagare la sosta sulle strisce blu! Per entrare e mettere in moto si usa una tesserina personale mentre le auto sono sempre riempite di carburante dallo staff e tu non ti devi occupare di nulla.
È o no il sol dell’avvenire dell’automobilista? È o no un passo importante verso l’utopia della società affrancata dai bisogni materiali? Le macchine sono di tutti e quindi di nessuno, è finita l’era dell’individualismo e inizia quella della comunione. Perché se accettiamo di condividere l’auto il più è fatto, possiamo condividere tutto.
Siamo di fronte al sogno di quei visionari che immaginavano vite finalmente libere dalla schiavitù del parcheggio. Forse non è lontano il giorno in cui uomini e donne, senza distinzione alcuna di cilindrata, colore, dimensioni e pneumatici potranno guardarsi sorridendo al semaforo, senza pensare al bollo e all’assicurazione, senza l’ansia del parchimetro e delle zone a traffico limitato. Liberi finalmente.
Smart o muerte! Non lo diceva anche il Che?

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