Può un’autostrada allearsi con l’ambiente? E possono le forze dell’ordine inseguire i cattivi automobilisti, raggiungerli, fermarli e multarli come si deve a bordo di automobili futuristiche e non inquinanti? E può tutto questo accadere in Italia? Le risposte sono tre sì. L’autostrada in questione è l’A22, quella del Brennero.
Milioni di vacanzieri teutonici la percorrono da cinquant’anni a questa parte per raggiungere spiagge, città d’arte e altre bellezze italiane. Parte da Modena e in 313 chilometri e 500 metri – qui bisogna essere precisi – arriva fino al valico del Brennero. Di là è Austria. Da diversi anni la società che la gestisce, si chiama Autostrada del Brennero spa, in gergo “Autobrennero”, ha investito nella promozione di pratiche di mobilità sostenibile. Perché ridurre l’impatto del traffico sul territorio che si attraversa serve a conservarlo meglio. Così resterà un luogo attrattivo e così, in un circuito virtuoso, continueranno ad arrivare turisti e visitatori. Che sono anche clienti dell’autostrada stessa.
In quest’ottica Autobrennero ha introdotto nella sua flotta aziendale veicoli alimentati ad idrogeno e veicoli elettrici. E ha realizzato, nel 2014, il primo Centro di produzione d’idrogeno da fonti rinnovabili d’Italia. Rifornisce cinque autobus a idrogeno di Bolzano e una decina di auto. Qualche mese fa il passo avanti: auto a idrogeno anche per le forze dell’ordine. L’Autobrennero dà in comodato d’uso gratuito ai Carabinieri del Trentino – Alto Adige un Suv a idrogeno (nella foto), alimentato da un sistema a cella a combustibile che genera energia elettrica attraverso una reazione chimica tra l’ossigeno contenuto nell’aria e l’idrogeno. Un veicolo elettrico, con una potenza 100 Kw che fa i 160 all’ora e ha una ripresa da paura, quella tipica di questi motori. Fa il pieno di idrogeno in quattro minuti, ha 600 km di autonomia e come gas di scarico emette solo un po’ di vapore acqueo.
Il Generale di Brigata Massimo Mennitti, che comanda la Legione Carabinieri Trentino – Alto Adige, quando ha ricevuto le chiavi della macchina, ha sottolineato che è “la prima volta che in Italia una forza di polizia riceve in dotazione un mezzo ad idrogeno”. Che, di più, “questo è uno dei primi test al mondo, perché ci risultano solo alcuni progetti avviati in Inghilterra (ma riguardanti scooter)”.
I Carabinieri utilizzeranno il Suv a idrogeno per il pattugliamento nei parcheggi dei veicoli pesanti sulle aree di parcheggio vicine all’A22, dove, di notte o nei giorni festivi, ci sono molti Tir in sosta non regolamentata. Specialmente quando ci sono blocchi del traffico, esodi o brutte condizioni meteo.
Sappiamo che tra le forze dell’ordine c’è da sempre un po’ di sana competizione. Immaginiamo una possibile, leggera delusione della Polizia Stradale: “E noi? Niente Suv a idrogeno?” Sappiamo che il Generale Menniti è un uomo straordinario: ha comandato la polizia internazionale della base di Mons, in Belgio, quartier generale delle forze alleate in Europa. Poi è stato a Gerico, capo della missione Nato di addestramento della polizia palestinese. Sa mediare, Mennitti: il bellissimo Suv a idrogeno alla Polizia, per un giretto, glielo presta di sicuro.