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Perder peso migliorando il proprio stile di vita

Del gigantesco impegno economico, informativo e culturale dell’Expo 2015, in corso a Milano, abbiamo già accennato nel precedente numero e torneremo a parlarne a consuntivo, ma è pur vero che maggio rappresenta, per i troppi italiani in sovrappeso, anche un appuntamento rituale per presentarsi in forma al rito vacanziero dell’Estate. Ogni momento sarebbe altrettanto buono per una decisione del genere ma le statistiche confermano che è soprattutto la molla dell’apparire e non la sostanza del prevenire i danni dell’obesità a migliorare lo stile di vita.

L’argomento è logoro! Anche per la superficialità con cui i mass media continuano a trattarlo, con assurde diete alla moda e proposte che nulla hanno di scientifico, ma per un medico è obbligatorio ricordarne almeno le premesse per allontanare l’esca del perdere peso senza fatica e in pochi giorni! Chiedete a chi ha smesso di fumare o di eccedere con l’alcol se la cosa è stata facile e indolore!

Per dimagrire bisogna migliorare il proprio stile di vita con un po’ di attività fisica (giornaliera, perché bisettimanale è pur sempre utile ma quasi irrilevante come calorie “sprecate”) e comunque con un impegno comportamentale programmato e non solo con delle “proibizioni” spesso inutili se non dannose.

La stampa scientifica, quella vera e non quella del sentito dire di cui vive il gossip dei mass media, è ormai schierata contro la sedentarietà e il sovrappeso dei cittadini (tanto più delle nuove generazioni dedite ai giochi elettronici o al guardare in TV  lo sport dei professionisti).

La riduzione, talvolta feroce, delle calorie in entrata con l’alimentazione, trascurando ogni aumento della spesa energetica non è garanzia di successo ma semmai di ulteriore perdita di quella massa magra (in primo luogo i muscoli) che interferisce attivamente negli equilibri metabolici ma che nelle diete troppo drastiche è destinata a ridursi ancor prima della temuta massa grassa.

L’attività fisica (graduata e metodica) e non la sedentarietà è congeniale al benessere psico-fisico dell’uomo. Un preveggente studioso inglese, il professor Morris (nulla a che fare con la sigla omonima della nota auto di successo!) mi fece vedere, quasi mezzo secolo fa, i risultati di una sua ricerca sui conduttori e sui bigliettai dei vecchi autobus londinesi rossi a due piani; le analisi e il responso della bilancia erano migliori nei bigliettai, costretti a muoversi anche per le scale, rispetto agli autisti imprigionati nella poltrona di guida. Analogo risultato anche fra i dipendenti delle poste londinesi! Più magri ma anche più sani i postini che all’epoca recapitavano lettere e giornali a piedi o in bicicletta, rispetto agli impiegati seduti fra timbri e documenti in un lavoro del tutto sedentario.

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