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Overshoot day. Al di sopra delle nostre possibilità

Ogni anno raggiungiamo sempre prima il giorno in cui le risorse del pianeta si esauriscono. Il 20 agosto 2013 abbiamo esaurito le riserve teoriche di materie prime, fonti di energia, acqua e cibo che avrebbero dovuto durare tutto l’anno.È un po’ come se il nostro stipendio mensile terminasse il 20 del mese, invece che arrivare al 27. Significa che l’umanità vive al di sopra delle sue possibilità, che consuma di più di quanto la Terra mette a disposizione. Ma allora, come mai continuiamo a consumare come se niente fosse?
La prima risposta è che bisogna vedere di chi si parla quando si parla di uomini: insomma chi sarebbero tutti? Perché il calcolo dell’overshoot day (così si chiama il giorno fatidico) è un calcolo medio: ci dice quante riserve sono a disposizione del pianeta e le suddivide per il numero degli uomini totali. Ma quegli uomini non sono tutti uguali: molti consumano come gli statunitensi, altri come i laotiani. Se tutti i cinesi (ma possiamo prendere gli indiani che è lo stesso), volessero possedere e condurre un’autovettura come noi (e perché non due, poi?) ci vorrebbero, al 2013, 65 milioni di barili di petrolio al giorno solo per loro. Ma al mondo, oggi, se ne estraggono in tutto “solo” 87 milioni: come a dire che quel petrolio dovrebbe essere in pratica riservato solo alle loro esigenze. E se volessero mangiare lo stesso pesce che mangiano i giapponesi? Ci vorrebbero, solo per le loro tavole, 100 milioni di tonnellate di pescato all’anno. Ma in tutti i mari del mondo se ne pescano “solo” 110 milioni ogni anno: come a dire che tutto il pesce lo consumerebbero loro. E se non ci piacciono i giapponesi (che effettivamente in quanto a pesce crudo esagerano), prendiamo gli americani: se i cinesi volessero consumare la carne che mangiano gli statunitensi, sarebbero necessarie 50 milioni di tonnellate di carne, cioè 345 milioni di tonnellate di mais: come a dire che non sarebbe sufficiente tutto il mais prodotto al mondo.
Nel 1993 l’overshoot day è stato il 21 ottobre, dopo vent’anni siamo entrati in debito di risorse molto prima e perdiamo due mesi interi rispetto al passato: pagheremo questo debito con un prelievo eccessivo di riserve, con emissioni di anidride carbonica più pesanti e gettando più rifiuti. Ma non abbiamo preso in prestito la terra dai nostri nipoti? E cosa lasceremo loro, un deserto su cui è impossibile vivere? Però noi andiamo avanti come al solito, contando sulla tecnologia che allunga artificialmente i tempi della fine delle risorse e sul fatto che non tutti se ne accorgono. Ma pure coloro che lo sanno fanno finta di niente: vedono ma non guardano. Sostanzialmente il mondo, lungi dal rifiutarle, si regge proprio su quelle disuguaglianze: se non ci fossero, e se tutti gli uomini consumassero e buttassero come i più ricchi, l’umanità sarebbe già condannata.

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