Futuro presente

Oltre le bici: sfrecceremo in monopattino elettrico

Le biciclette condivise ci sono piaciute da subito. Le avevamo viste a Parigi, il servizio si chiamava Vélib’ e stava per Velo (bici) e liberté. Era il 2007 ed era una grande novità: prendi una bicicletta, paghi poco, pedali sulla Senna, la lasci su un’altra rastrelliera. Quando ti serve ne prendi un’altra. Abbiamo esultato quando l’anno dopo il modello è arrivato a Milano. Si chiama Bikemi, si prepara a festeggiare 10 anni di successi: adesso ha 4.650 biciclette in 283 stazioni e Milano è diventata una città migliore, per traffico e qualità della vita, anche grazie a questa invenzione. Abbiamo fatto il tifo quando è arrivato il car-sharing, l’auto in condivisione. All’inizio eravamo perplessi. Ci sembrava impossibile che il bene più prezioso per l’Homo Sapiens, l’automobile, il simbolo stesso del possesso e dell’individuo, potesse essere collettivizzato. Nemmeno Karl Marx era arrivato a pensarlo, ma è stato un successo. Da lì in poi nella mobilità condivisa è venuta giù una valanga di innovazione: il motorino-sharing, anche nella versione elettrica, e le bici elettriche, quelle che ti permettono di attraversare la città come fossi Vincenzo Nibali e la temibile salita dei Bastioni di Porta Venezia a Milano la fai ad occhi chiusi e arrivi al lavoro neanche sudato.

Poi, ultime arrivate, le bici condivise a flusso libero: le cerchi con un’app del telefonino, pedali e le molli dove ti pare, meglio se con garbo ed educazione. Sembrava la fine della storia: difficile pensare a qualcos’altro da condividere per spostarsi in città. Poi è arrivato lui, il monopattino elettrico. L’esatta definizione è monopattino elettrico sharing in free-floating. Chi lo ha provato dice che è entusiasmante, l’oggetto definitivo per spostarsi in città.

Legambiente scrive che è l’ideale per gli spostamenti tra i 3 e i 5 km in maniera rapida ed efficiente, ”mobilità elettrica di piccola taglia”. Si vedono da tempo in molte città degli Stati Uniti: a Washington, intorno alla Casa Bianca, il corteo di auto blindate di Donald Trump adesso viene superato da decine di monopattini elettrici che sfrecciano veloci. In Europa è a Parigi, Berlino, Francoforte, Zurigo, Madrid e Valencia. Torino e Milano stanno facendo a gara per essere le prime ad averlo da noi.

Dal punto di vista tecnico sono mezzi sbalorditivi: hanno quasi quaranta chilometri di autonomia, il solito funzionamento con la app, lo sbloccaggio con la fotocamera del telefonino e poi una velocità di punta che arriva a 34 km/h. Probabilmente verranno limitati nella velocità massima per essere usati nei centri storici. Il bando di gara del Comune di Milano chiede agli operatori una flotta di minimo 75 unità, un servizio attivo 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, e per un tempo non inferiore ai 24 mesi. A Torino, nel centro storico, se ne sperimenteranno 300, disponibili dall’alba al tramonto e ricaricati di notte. Con la possibilità di portarseli a casa e ricaricarli lì, in cambio di uno sconto sul noleggio. Da decidere se potranno viaggiare sui marciapiedi o solo sulle ciclabili. Dibattito anche sull’età minima: solo per i maggiorenni, come a Parigi, o per tutti? Ma conta l’età? Chiunque, quando sale sul monopattino, ridiventa bambino.

Tag: monopattino, viabilità, traffico, biciclette, condivisione

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1 Commento. Nuovo commento

  • Aristide Sparoni
    20 Novembre, 2018 10:20 am

    Un mezzo fantastico. Lo pieghi e lo porti con te, nel supermercato, in ufficio o dove vuoi. Molto più pratico della bicicletta. Speriamo che ci sia presto un adeguamento del codice della strada per consentirne il libero utilizzo.

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