Non avete anche voi l’impressione che la Terra sia stanca, logorata, ferita? È il pianeta che ci ospita, e noi, il genere umano, non siamo proprio gli inquilini migliori del mondo. La stiamo maltrattando, non facciamo manutenzione, abbiamo poca cura e ci comportiamo come se fossimo i padroni. Ma siamo solo ospiti e questa è l’unica sistemazione che abbiamo a disposizione. C’è l’ipotesi di colonizzare Marte o un altro corpo celeste nella galassia, è vero. Ma cominciare a riempire gli scatoloni in vista di un trasloco via astronave, di tutti da qualche altra parte è al momento un po’ prematuro.
Che è stanca, usurata, sfinita, a rischio di un crollo nervoso, la Terra ce lo dice con il clima che cambia. Gli anni sempre più caldi, le tempeste di pioggia e di vento di una violenza mai vista: sono messaggi, avvisi. La Terra – ci piace pensarla come Terra Madre – è logorata dall’uomo è dalla sua economia lineare. È quella che ha sempre guidato il nostro modo di fare. Quella che estrae le materie prime, scava, spreme il pianeta. Quella che trasforma le materie in oggetti, beni, cose utili e cose inutili; quella che ci chiede di usare le cose – un po’, tanto oppure poco – e poi di buttarle. Le cose diventano rifiuti, bisogna trovare dove metterli e cercare altre materie prime. Ci sono molte pressioni perché le cose durino poco, l’economia lineare ha fretta. L’economia lineare consuma la Terra.
La salvezza del genere umano sulla Terra passa dall’economia circolare: riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, abolire “il fine vita”, mantenere, recuperare, rigenerare. Tenere il più possibile in circolo. L’economia circolare ha cominciato come una nicchia – tutto comincia con poco – adesso sta diventando economia vera. Ci investono grandi aziende, nascono nuove occupazioni.
L’Italia è tra i leader mondiali nell’economia circolare. Nel riciclo degli imballaggi siamo i primi. Possiamo esserne orgogliosi e fare di più. «L’economia circolare deve sostituire quella lineare perché le risorse mondiali non sono infinite e sprecare non ha senso», parole del Ministro dell’Ambiente.
L’economia circolare è quella di una seconda opportunità. E di una terza e di altre ancora. Senza fine. L’economia circolare ha un messaggio profondo: ci dice che le cose non finiscono mai. Si rigenerano: bottiglie dell’acqua minerale che diventano maglioni, carta dei giornali che ritorna carta dei giornali, una cornetta del telefono diventa una lampada, fanghi che diventano biogas e molto altro. Tutto può diventare altro.
Allora M’Illumino di Meno, la festa del Risparmio energetico inventata da Caterpillar su Radio 2, quella che da 15 anni ha fatto spegnere il Colosseo, il Duomo di Milano, la Torre di Pisa e la Tour Eiffel, quest’anno è dedicata all’economia circolare.
L’invito per il 1 marzo è a spegnere le luci e a Ri-generare qualcosa. Con un laboratorio di Ri-uso nelle scuole, con un Ri-ciclo creativo, un Ri-pesco, una festa in cui è possibile scambiarsi capi d’abbigliamento, accessori, cose. O la sera, a cena: un Ri-passo in padella, un Ri-salto il risotto, un Ri-metto in tavola. Una cena antispreco che svuota il frigo e finisce gli avanzi. Buon M’illumino di Meno.